THE GODFATHER PART II

Francis Ford Coppola

Sog.: dal romanzo omonimo (1969) di Mario Puzo. Scen.: Francis Ford Coppola, Mario Puzo. F.: Gordon Willis. M.: Peter Zinner, Barry Malkin, Richard Marks.Scgf.: Dean Tavoularis, Angelo Graham. Mus.: Nino Rota. Int.: Al Pacino (Michael Corleone), Robert Duvall (Tom Hagen), Diane Keaton (Kay Corleone), Robert De Niro (Vito Corleone), John Cazale (Fredo Corleone), Talia Shire (Connie Corleone), Lee Strasberg (Hyman Roth), Michael V. Gazzo (Frankie Pentangeli), G. D. Spradlin (senatore Pat Geary), Richard Bright (Al Neri). Prod.:Francis Ford Coppola per The Coppola Company. DCP. D.: 200’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Alla fine del Padrino Michael Corleone ha consolidato il suo potere con una serie di omicidi e ha meritato la corona che il defunto padre, Don Vito, gli ha consegnato. Nell’ultima inquadratura Michael – gli occhi spenti – assicura a sua moglie, Kay, di non essere responsabile dell’omicidio del marito di sua sorella. La porta si chiude lasciando fuori Kay mentre Michael riceve gli omaggi dei subordinati, e se lei non sa che lui ha mentito è solo perché non vuole saperlo. The Godfather Part II inizia dove finiva il film precedente: prima dei titoli di testa ci viene mostrato quel che accade dietro quella porta. Il nuovo re è in piedi nel buio, il volto spento e impassibile, mentre gli baciano la mano.Il familiare valzer di The Godfather risuona con una cadenza ambigua, malinconica. È una nostra impressione o il volto di Michael stainiziando a marcire? L’intensità drammatica di quel momento è shakespeariana. Il valzer è impercettibilmente sinistro, raggelante.
Con una sola immagine Francis Ford Coppola ci ha fatto ripiombare nella sensualità e nel terrore del primo film. E, con l’implacabilità del maestro, si spinge sempre più in là. L’audacia della Part II consiste nell’ampliare la portata e approfondire il significato della prima parte; The Godfather è stato il più grande film di gangster mai realizzato, e le sue sfumature metaforiche lo portavano ben oltre il genere gangster. Nella Part II le tematiche più ampie cessano di essere implicite. Il secondo film mostra le conseguenze delle azioni del primo; si tratta di un unico film, in due grandi parti, e guardandolo si ricompone nella mente. […]. È una visione epica della corruzione americana. […]
Il primo film copre il periodo che va dal 1945 alla metà degli anni Cinquanta. La seconda parte, che contrappone Vito da giovane (interpretato da Robert De Niro) alla vita di Michael, il suo erede (Al Pacino), abbraccia quasi settant’anni. Nel primo film abbiamo vistosolo il centro della storia; ora abbiamo l’inizio e la fine. Dal punto di vista strutturale l’opera completa non è altro che l’ascesa e il declino di una dinastia americana di governanti non ufficiali. Vito ascende e diventa un uomo rispettato mentre suo figlio Michael, il giovane re, marcisce sotto i nostri occhi […]. L’intero film è pervaso da un senso così complesso della commistione di bene e male – e dell’incapacità di prevedere gli effetti del nostro amore sui nostri figli – da costituire forse l’epopea più sentita e appassionata mai realizzata in questo Paese.

Pauline Kael, Fathers and Sons, “The New Yorker”, 23 dicembre 1974

 

Copia proveniente da

Per concessione di Park Circus. Restaurato in 4K da Paramount Pictures in collaborazione con American Zoetrope presso il laboratorio Warner Bros. Motion Picture Imagining, a partire dal negativo originale 35mm