THE CHAPLIN REVUE: A DOG’S LIFE

Charles Chaplin


Scen.: Charles Chaplin; F.: Roland Totheroh; Op.: Jack Wilson; Mu.: Charles Chaplin; Ass. R.: Charles Riesner; Int.: Charles Chaplin (vagabondo), Edna Purviance (cantante nel caffè), il cane Mut (Scraps), Sidney Chaplin (proprietario della bancarella dei panini), Henry Bergman (uomo nell’agenzia di collocamento; signora nella sala da ballo), Charles Riesner (impiegato del collocamento; commesso viaggiatore), Albert Austin (l’imbroglione), Tom Wilson (poliziotto), M.J. McCarty, Mel Brown, Charles Force, Bert Appling, Thomas Riley, Slim Cole, Ted Edwards, Louis Fitzroy, Dave Anderson (disoccupati), Granville Redmond (proprietario della sala da ballo), Minnie Chaplin (signora che piange nella sala da ballo), Alf Reeves (uomo nel bar), N. Tahbel (venditore di cibo indiano), Rob Wagner (uomo nella sala da ballo), I.S. McVey, J.F. Parker (orchestrali), Bud Jamison, J. Parks Jones, Al Blake, Loyal Underwood, James T. Kelley, Fred Starr, Janet Miller Sully, Grace Wilson, Jerry Ferragoma, Jack Duffy, Richard Dunbar, Edward Miller, Billy Dul, Bruce Randall, Brand O’Ree, Bill White, John Lord, Jim O’Niall, H.C. Simmons, J.L. Fraube, Jim Habif, Florence Parellee, Margaret Cullington, Margaret Dracup, Ella Eckhardt, Sarah Rosenberg, Lottie Smithson, Lillian Morgan, Jean Johnson, Fay Holderness, Dorothy Cleveland, J. Miller, Minnie Eckhardt, Mrs Rigoletti (comparse nella sala da ballo); Prod.: Charles Chaplin; 35mm. D.: 38’ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il mio primo film nel mio studio nuovo fu Vita da cani. Era una storia a fondo satirico, in cui paragonavo la vita di un cane a quella di un vagabondo. Questo leitmotiv costituì la struttura nella quale innestai una quantità di trovate e situazioni umoristiche. Cominciavo a pensare alla comica in senso strutturale, prendendo atto sempre più della sua forma architettonica. Ciascuna sequenza implicava quella successiva, e tutte quante erano collegate tra loro. La prima sequenza consisteva nel salvataggio di un cane da un parapiglia con altri cani. Quella successiva consisteva nel salvataggio, in una sala da ballo, di una ragazza che faceva anche lei una “vita da cani”. C’erano molte altre sequenze, tutte collegate in una logica concatenazione di fatti. Semplici e ovvie com’erano, queste comiche richiedevano molta riflessione e fantasia. Se una trovata interferiva con la logica dei fatti, per umoristica che fosse non me ne servivo. Ai tempi della Keystone il vagabondo era più libero e meno legato a una trama. Allora il suo cervello non lavorava quasi mai; funzionavano solo i suoi istinti, che miravano all’essenziale: un po’ di cibo, un po’ di calore e un tetto sulla testa. Ma ad ogni comica successiva il vagabondo divenne più complesso. Nel personaggio cominciava a filtrare il sentimento. Può sembrare un’affermazione pretenziosa, ma anche la farsa esige una psicologia estremamente rigorosa.

Charles Chaplin, La mia autobiografia

Restauro realizzato da

Restaurato nel 2003 dalla Cineteca di Bologna presso L’Immagine Ritrovata. Il negativo della “Chaplin Revue” era stato stampato nel 1959 adottando il metodo dello stretch-printing. Il restauro è stato eseguito partendo dai materiali più vicini ai negativi originali che Charles Chaplin aveva rimontato per l’uscita del 1959

Musiche originali di Charles Chaplin ricostruite e dirette dal Maestro Timothy Brock, eseguite dal vivo dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna