SVET PATRÍ NÁM

Martin Fric


Tr. l.: Il mondo ci appartiene (The World Belongs to Us). Sc.: Formen, da un soggetto di Jirí Voskovec e Jan Werich. F.: Otto Heller. Mu.: Jaroslav Jezek, eseguita da Orchestr F.O.K. M.: Jan Kohout. Scgf.: Stepán Kopecky, Arnold Reimann. Su.: Frantisek Sindelár. Ass.R.: Walter Schorsch, Gina Hasler, Eduard Simácek. Cast: Jirí Voskovec e Jan Werich (strilloni), Vladimír Smeral (Josef Forman, alias Lionel), Adina Mandlová (Markétka), Bohus Záhorsky (Dexler), Jaroslav Prucha (Antonín Hart), Miroslav Svoboda (Berger), L. H. Struna (Holister). Prod.: AB; 35mm. L.: 2316 m. D.: 84’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

È di certo innegabile il significato dei rapporti di Voskovec e Werich con la «settima arte». Questi oggigiorno sono infine sufficientemente noti, compreso il fatto che proprio il cinema fu la fonte di ispirazione originaria per i protagonisti del Teatro liberato [la principale attività del duo, ndr], incomparabilmente più importante del teatro. D’altra parte, lo conoscevano talmente bene – a differenza del teatro – che nel corso degli anni Venti ne scrissero pure (segnatamente sulle riviste «Prerod» e «Cesky filmovy svet»). Certamente anche questo li univa a tutta la modernità successiva ad Apollinaire: il cinema è la prima delle arti periferiche: jazz, circo, romanzi gialli, cabaret… – alle quali le avanguardie si appellavano contro l’arte con l’A maiuscola, nel loro sforzo di sostituire l’accademismo di questa con i valori immediati del gioco, della prestazione da record, del lirismo e dell’intensità della esperienza. Forse che il cinema non aveva un’influenza decisiva sulla forma concreta della poesia moderna? […] La loro arte in questo senso testimonia anche di una serie di influenze dirette: nell’intreccio di Kat a bláren (Il boia e il folle) si trovano motivi del film Fra Diavolo con Laurel e Hardy (1932), le due scene apicali di Velká Barbora (La grossa Barbara, 1937) sono modifiche di scene analoghe in Una notte all’opera dei Fratelli Marx (1936), la scena in cui Voskovec e Werich attraversano la postazione di controllo della fabbrica, ciascuno con metà cappello sulla testa (Svet patrí nám) echeggia una vecchia slapstick con Laurel e Hardy (You’re Darn Tootin’, 1928), che lì fuggono da una guardia infilati negli stessi calzoni.

Petr Král, Voskovec & Werich, Cili Hvezdy klobouky, Praha, GRYF, 1993

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