ŠËLKOVAJA PAUTINA

Jurij Jur’evskij

Sog.: dal romanzo V kogtiach germanskogo špionazha (Nelle grinfie dello spionaggio tedesco) di Nikolai Breško-Breškovskij. Int.: Oginskaja (Vanda Livinskaja), Boris Pronskij (Von Gumberg, spia tedesca). Prod.: Aleksandr Drankov. 35mm. L.: 492 m [incompleto]. D.: 27’ a 16 f/s. Bn e imbibito.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Due scatole di pellicola nitrato secca, fragile, appiccicosa e quasi priva di perforazioni venivano mostrate con orgoglio ai colleghi in visita al Gosfilmofond come le “due peggiori bobine” della collezione. Era una questione di principio fare del nostro meglio per preservarle. Il lavoro tecnico è stato condotto nel 2015 dal laboratorio Haghefilm Digitaal, che si è mostrato all’altezza della sua fama: sono stati preservati quasi 500 metri dei 600 esistenti. Il film è ancora molto incompleto, ma la trama è chiara. È la storia di una donna che viene costretta con l’inganno a firmare un contratto con i servizi segreti tedeschi e a spiare un ingegnere russo del quale – naturalmente – finisce per innamorarsi.
Sappiamo molto poco di coloro che realizzarono Šëlkovaja Pautina. Il nome dell’operatore non ci è noto, ed è un peccato, dato che oggi l’aspetto più suggestivo di questo film è costituito dalle vedute della vecchia San Pietroburgo. La capitale della Russia non era in alcun modo la capitale della cinematografia nazionale: fino alla metà degli anni Venti, Mosca fu molto più avanti sia nella produzione sperimentale che in quella commerciale. Essendosi conservata solo una decina di film pietroburghesi, questo titolo rappresenta un’importante riscoperta. Praticamente tutti i nomi associati a Šëlkovaja Pautina hanno una dubbia reputazione. Ad Aleksandr Drankov, produttore-avventuriero, dobbiamo non solo il primissimo film di finzione russo, Sten’ka Razin (1907), ma anche il primo serial russo, il criticatissimo e immensamente popolare Son’ka Zolotaja Ručka (Sonka, the Golden Hand, 1914-15). All’epoca il pubblico russo non amava poi tanto i melodrammi meditativi, statici e psicologicamente tortuosi come potrebbe sembrare oggi. C’era un forte interesse per l’azione, soprattutto negli ambienti ‘democratici’. E proprio questo offrì loro Drankov, affiancato da Juri Jur’evskij, suo principale regista: azione pura, senza sprecare tempo con la psicologia. Nikolaj Breško-Breškovskij si prestava alla perfezione: la “buona società” disprezzava i suoi romanzi di spie e li teneva sotto il cuscino.
Protazanov e Bauer passarono alla storia. Ma erano i film come Šëlkovaja Pautina che facevano muovere l’industria cinematografica. Che ci piaccia o no.

Peter Bagrov

Copia proveniente da