ROMA CITTÀ LIBERA (LA NOTTE PORTA CONSIGLIO)
Sog.: Ennio Flaiano; Scen.: Ennio Flaiano, Luigi Filippo d’Amico, Suso Cecchi d’Amico, Marcello Marchesi, Cesare Zavattini, Marcello Pagliero; F.: Aldo Tonti; Mo.: Giuliana Attenti; Scgf.: Gastone Medin; Mu.: Nino Rota, diretta da Fernando Previtali; Int.: Andrea Checchi (il giovane), Valentina Cortese (la ragazza), Nando Bruno (il ladro), Vittorio De Sica (il signore distinto), Marisa Merlini (Mara), Gar Moore (l’americano), Manlio Busoni (il falsario), Fedele Gentile (il ricettatore), Francesco Grandjacquet (il padrone della bisca), Rossana Licari, Ave Ninchi (l’affittacamere), Ennio Flaiano (il questurino), Camillo Mastrocinque (il signore con la macchina), Lionello Zanchi (il signore in smoking); Prod.: Marcello d’Amico per Pao Film; Pri. pro.: 17 dicembre 1946 35mm. D.: 81’. Bn.
Scheda Film
Soprattutto non dovete immaginare – sulla base di qualche parallelo letterario più o meno fondato – che l’epiteto “ Film maledetto” si applichi soltanto a opere aride, pessimiste e un tantino sofisticate: La notte porta consiglio è un film gaio, spesso pieno di umorismo e insomma ottimista! Altri vi spiegheranno a cosa sia legata la sua “maledizione” molto relativa…
(…) Il vero soggetto sembra essere soprattutto Roma e i diversi aspetti della vita che vi si conduce, la notte. Ma senza dubbio è la mancanza di una spina dorsale più solidamente strutturata a favore di un pullulare di dettagli – ognuno di per sé eccellente – se questo film appare un po’ confuso e in fin dei conti non così soddisfacente di quanto le sue qualità lo meriterebbero. Si è riconosciuto al passaggio l’influenza di René Clair: è evidente. In questi personaggi che si incontrano, si lasciano, si ritrovano, questa collana che passa di mano in mano, s’intravede un Milione sullo sfondo. E l’uomo politico distinto e un po’ folle non può mancare di ricordare certi personaggi di A nous la liberté e dell’Ultimo miliardario.
Il che non impedisce a Marcello Pagliero di avere realizzato un’opera originale. L’interprete di Roma città aperta, realizzando il suo film qualche mese dopo, ha in particolare situato l’azione in un quadro risolutamente realista e questa cavalcata piena di fantasia – dove i personaggi non sono d’altra parte dei fantocci – è condotta attraverso delle strade, dei locali, dei circoli clandestini, dei dancing la cui autenticità è ricca di aspetti quotidiani della vita. Notiamo nei crediti i nomi di Cesare Zavattini che decisamente da Quattro passi fra le nuvole a Ladri di biciclette, passando attraverso Sciuscià, è stato associato come sceneggiatore ai film italiani più rappresentativi; di Aldo Tonti, uno dei migliori operatori della penisola, e di Vittorio De Sica, che del personaggio del ministro amnesico ci ha dato un’interpretazione di sapore straordinario.
Jean-Pierre Barrot, La nuit porte conseil: Un peu decousu mais plein de qualité, “L’Ecran français”, n. 220, 19 settembre 1949