ROMA CITTÀ LIBERA (LA NOTTE PORTA CONSIGLIO)

Marcello Pagliero

S.: Ennio Flaiano. Sc.: E. Flaiano, Luigi Filippo d’Amico, Suso Cecchi d’Amico, Marcello Marchesi, Cesare Zavattini, M. Pagliero. F.: Aldo Tonti. Scgf.: Gastone Medin. Mu.: Nino Rota, diretta da Fernando Previtali. M.: Giuliana Attenni. Ass.R.: L. F. d’Amico. In.: Andrea Checchi (il giovane), Valentina Cortese (la ragazza), Nando Bruno (il ladro), Vittorio De Sica (il signore distinto), Marisa Merlini (Mara), Gar Moore (l’americano), Manlio Busoni, Fedele Gentile, Francesco Grand Jacquet, Rossano Licari, Ave Ninchi. P.: Marcello d’Amico per Pao Film. 35mm. D.: 81′ a 24 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo la liberazione, Pagliero è tra i collaboratori del film di montaggio Giorni di gloria a fianco di Mario Serandrei, Giuseppe De Santis e Luchino Visconti: sono sue le immagini delle Fosse Ardeatine, in cui furono massacrati 335 ostaggi nel marzo del 1944 (la sequenza, girata nell’agosto del 1944, mostra il delicato lavoro di identificazione dei corpi trucidati). Nello stesso periodo, quando la sceneggiatura di Roma città aperta, che all’inizio doveva concentrarsi esclusivamente sulla figura di un prete appartenente alla Resistenza, viene arricchita con l’introduzione di un militante comunista, il ruolo viene affidato a Pagliero, amico di Rossellini. (…) Nel 1946, Pagliero gira il primo film di cui è completamante responsabile, La notte porta consiglio, conosciuto anche col titolo Roma città libera, con chiaro riferimento al film di Rossellini. (…) Il film è una commedia sulle delusioni che colpiscono Roma all’indomani della guerra. Mescolando ironia ed amarezza, Pagliero mette in scena due giovani che, di fronte alla miseria, trovano rifugio nel suicidio o nella prostituzione.

Jean A. Gili, in 1895, n. 10, ottobre 1991

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