REVOLUTIONSBRYLLUP

August Blom

Sog.: dalla pièce omonima di Sophus Michaëlis (1909). F.: Johan Ankerstjerne. Int.: Betty Nansen (Alaine de l’Estoile), Valdemar Psilander (Marc-Arron), Nicolai Johannsen (Erneste des Tressailles), Johanne Fritz-Petersen (Léontine), Philip Bech (Montaloup), Svend Kornbeck (Jean Lasque), Peter Jørgensen (Prosper). Prod.: Nordisk Films Kompagni · DCP. D.: 42’. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La società cinematografica danese Nordisk evitò quasi del tutto i film in costume a partire dal 1911, anno in cui passò allo standard del lungometraggio drammatico, fino al 1919. Revolutionsbryllup fu una delle rare eccezioni. Era tratto da un’opera teatrale di grande successo di Sophus Michaëlis, che la Nordisk aveva portato sullo schermo nel 1909 in un film da un rullo (oggi perduto). Michaëlis suggerì un remake in forma di lungometraggio, ricordando alla Nordisk che Max Reinhardt stava meditando una versione in tedesco. La società danese investì molto denaro, un budget tre o quattro volte superiore a quello di un normale film, e scritturò i divi del momento, Valdemar Psilander e Betty Nansen. Nansen (1873-1943) era la primadonna del teatro danese e aveva già interpretato Alaine a teatro nel 1909. La Nordisk riponeva in lei grandi speranze, ma nonostante un contratto con la Fox e diversi film (tutti perduti) negli Stati Uniti nel 1914-15, la carriera cinematografica di Nansen fu breve e deludente.

Il film sfoggia begli esterni luminosi ma si svolge prevalentemente in interni. Le costose scenografie appaiono talvolta illuminate da una luce soffusa. È girato usando inquadrature fisse relativamente lunghe, con la macchina da presa posizionata a grande distanza. Nel momento in cui Alaine tocca Marc-Arron, il film stacca su un piano più ravvicinato dei due (che comunque comprende ancora la parte superiore delle gambe): l’effetto è elettrizzante al punto giusto. I personaggi tendono a offrire il volto alla macchina da presa mentre ascoltano l’interlocutore, rivelandoci le loro emozioni. Questo aspetto, accompagnato alle pose formali adottate da gran parte degli attori, conferisce al film un’atmosfera teatrale.

Casper Tyberg

 

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