REPRODUCTION OF JEFFERIES – CORBETT FIGHT

Prod.: AMBCo.; 16mm. L.: 60 m. D.: 8’ 15” a 16 f/s. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

L’area del cinema dei primi tempi esclusa dal Convegno di Brighton del 1978 resta ancor oggi il terreno di ricerca maggiormente inesplorato: i film non-fiction. Tale mancanza è segno di una ingiustificabile trascuratezza, soprattutto da parte degli storici del documentario. A parte qualche breve accenno ai film Lumière e, talvolta, alle attualità Pathé, le antologie del documentario sorvolano completamente sugli esordi del cinema, l’unico periodo in cui i film non narrativi superavano per numero quelli con soggetti di finzione. La presunta “semplicità” di questi film ha determinato la loro esclusione dalla categoria dei documentari da parte di John Grierson, alla fine degli anni ’20. Ma la ricchezza di queste pellicole è quanto mai evidente, nonostante la mancanza d’attenzione dedicata loro dagli studiosi (con alcune recenti eccezioni, ovviamente).
In contrasto con la forma retorica che Grierson ammirava nei documentari sovietici degli anni ’20, questi corti delle origini ci offrono delle “vedute”: come una versione cinematografica di quelle fotografate e commercializzate per gli album e le immagini stereoscopiche a partire dalla fine del XIX secolo. L’aggiunta del movimento trasforma queste vedute: scene di folla, abili artigiani, ballerine, animali, onde dell’oceano o macchine, tutto ciò diventa un inestimabile documentazione dell’effimero. Che si tratti di inquadrature panoramiche che si muovono lungo il paesaggio prendendo alcuni tratti stilistici dalla fotografia paesaggistica, o di riprese che si spostano nello spazio su treni o carrelli, l’aggiunta del movimento conferisce a queste pellicole una qualità estremamente cinetica. Si potrebbe affermare che gli anni precedenti al 1903 abbiano rappresentato il vero culmine delle attualità. La produzione dei film Lumière e delle straordinarie pellicole 68mm della Mutoscope e della Biograph si era già conclusa nel 1903. Ciononostante, la potenza della veduta resta un elemento evidente nella varietà visiva di queste opere.

Tom Gunning

 

Copia proveniente da

Stampato nel 1979