Regeneration

Raoul Walsh

T. it.: La rigenerazione. Sog.: dal dramma omonimo di Owen Frawley Kildare e Walter C. Hackett Scen.: Raoul Walsh, Carl Harbaugh. F.: Georges Benoît. Int.: Rockliffe Fellowes (Owen Conway), Anna Q. Nilsson (Marie ‘Mamie Rose’ Deering), John McCann (Owen Conway a dieci anni), James Marcus (Jim Conway), Maggie Weston (Maggie Conway), Henry McCoy (Owen Conway a diciassette anni), William Sheer (Skinny), Carl Harbaugh (il procuratore distrettuale Ames). Prod.: Fox Film Corporation. Pri. pro.: 13 settembre 1915 35mm. D.: 64’ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Benché le prime opere di Walsh siano in gran parte andate perdute, il suo primo lungometraggio (cinque bobine) è giunto fino a noi grazie a un ritrovamento fortuito nel 1976. Il film contiene molti elementi che caratterizzeranno lo stile maturo di Walsh – compreso un protagonista che affronta la vita con piglio selvaggio – e alcune componenti destinate a essere ab­bandonate, come l’interessante uso della soggettiva.
A ventott’anni, reduce dall’esperienza con Griffith, Walsh aveva lasciato Los Angeles per lavorare a New York, sua città natale, dove William Fox aveva appena aperto i suoi East Coast Studios; in un’intervista con Peter Bogdanovich, Walsh disse che il progetto del film, tratto da un romanzo di successo di Owen Kildare, gli capitò tra le mani per caso dopo il rifiuto di un re­gista più anziano: “Oscar Apfel scelse la sceneggiatura sbagliata e a me capitò una cosa chiamata Regeneration, un film di gangster, che era proprio il mio forte dato che conoscevo tutti quei piccoli gangster e la malavita di New York… Allora andai giù al porto, gironzolai per le banchine e nei bar e lì, tra la gente appostata negli androni, trovai le fisionomie da gangster che cercavo, dei ceffi terribili”.
Qui Walsh esagera un po’ – da ragazzo dell’Upper West Side aveva condotto una vita da privilegiato – ma il suo rapporto con la grande città resta inconfondibil­mente personale: questo non è un film claustrofobico confezionato negli ester­ni di uno studio cinematografico, ma la descrizione sorprendentemente ariosa di una metropoli in espansione, punteg­giata da terreni incolti e da grandi aree sottosviluppate. Interpretato da Rockliffe Fellowes, scoperto da Walsh, il protago­nista è un ragazzo del Lower East Side trasformatosi in un famigerato capobanda e ‘redento’ da un’assistente sociale (Anna Q. Nilsson) che gli insegna a leggere. Ma il suo passato violento – incarnato dall’a­micizia con un criminale storpio (William Sheer) – continua a perseguitarlo fino alla tragica conclusione.
(Dave Kehr)

 

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