Razzia In St. Pauli

Werner Hochbaum

T. it.: Razzia. T. int.: Raid in St. Pauli. Scen: Werner Hochbaum. F.: Adolf Otto Weitzenberg. M.: Carl Behr. Scgf.: Willy Schiller. Mus.: Kurt Levaal. Int.: Gina Falkenberg (Else), Friedrich Gnaß (Karl), Wolfgang Zilzer (Leo), Charly Wittong (Charly), Max Zilzer (l’oste), Ernst Busch (cantante). Prod.: Orbis-Film GmbH, Berlin. 35mm. L.: 1712 m. D.: 62′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il cinema come laboratorio della fisicità. L’intensificazione impressionista è la formula su cui si basa Hochbaum, il quale ancora una volta vaga per la città di Amburgo, fissando lo sguardo sulla superficie delle cose che si animano sotto l’occhio della macchina da presa. I dettagli raccontano storie, le piccole cose diventano eloquenti. “Il cinema è vero; una storia è una menzogna”, scrive il regista e teorico francese Jean Epstein nel 1921. È una massima poetica che vale anche per Hochbaum nei primi anni Trenta. Nello stesso tempo, il regista tedesco insiste sul fatto che il cinema deve cogliere la realtà ed esprimere, se non condurre, la lotta di classe.
Nel porto di Amburgo è una giornata come le altre. Le grandi navi riversano sulle banchine una folla di portuali. Alla fine della giornata le gambe dei lavoratori arrancano stanche verso casa. In città però il loro movimento si fa più rapido. La metropoli esige velocità. Il passo accelera, le prospettive si intersecano, un caleidoscopio di insegne al neon propone le sue lusinghe. La stanchezza si trasforma in danza e l’industria del piacere notturno si mette in moto. C’è chi cerca un cliente e chi vuole divertirsi. E tutti si lamentano della situazione economica. Else, disincantata passeggiatrice della Repubblica di Weimar, ha una sola debolezza: va pazza per le storie d’amore dei film sdolcinati. Lo spaccone Karl ha rubato un paio di orologi ed è in fuga dalla polizia. Si ritrova nella soffitta in cui vive Else, che lo nasconde. Lui le fa le moine, le mette in testa un mucchio di sciocchezze e le promette una vita insieme lontano da St. Pauli. Lei accetta. Non le resta che dire addio a Leo, il triste musicista con cui vive. La scena si sposta nella squallida osteria del porto dove Else e Leo lavorano notte dopo notte. Qui il tempo vacilla, gli intrecci si dipanano, i sogni cambiano. La percezione si altera mentre la polizia si mantiene lucida. Hochbaum dispiega una stanca utopia che non riesce ad arginare lo scorrere inarrestabile del tempo. Rispunta l’alba sulla città grigia “dove dal cielo scende la polvere e non la rugiada”.

Elisabeth Büttner