QUAI DES ORFÈVRES
T. it.: Legittima difesa. Sc.: Henri-Georges Clouzot, Jean Ferry, dal romanzo «Légitime Défense» (1942) di Stanislas-André Steeman. F.: Armand Thirard. Mu.: Francis López. M.: Charles Bretoneiche. Scgf.: Max Douy. Cost.: Jacques Fath. Su.: William-Robert Sivel. Ass.R.: Serge Vallin. Cast: Suzy Delair (Marguerite Chauffornier Martineau), Bernard Blier (Maurice Martineau), Louis Jouvet (isp. Antoine), Simone Renant (Dora Monier), Pierre Larquey (Emile Lafour), Jean Daurand (detective Picard), René Blanchard (commissario di polizia), Robert Dalban (Paulo), Charles Dullin (Georges Brignon). Prod.: Majestic; 35mm. D.: 102’. Bn.
Scheda Film
Così come un tempo il demonio marchiava i suoi complici con un segno indelebile, Clouzot pone la sua firma su tutto ciò che rientra nella composizione della sua opera: egli si è reso famoso nell’arte di «domare» gli attori. E la sua impronta si ritrova già a partire dalla sceneggiatura. Quai des Orfèvres è ispirato a Légitime Défense, un romanzo che aveva letto durante la guerra ma impossibile da trovare a Parigi quando egli decise di adattarlo. Aspettando che Steeman gliene rintracciasse una copia in Belgio, si mise a lavorare basandosi sui propri ricordi. Quando il libro finalmente arrivò, si rivelò molto diverso dai ricordi che Clouzot ne aveva conservato… e dall’adattamento che aveva ormai realizzato. Da questa disavventura Steeman trasse una conclusione in cui l’umorismo attenua appena l’amarezza: «Il risultato lo conoscete: un récital Clouzot, forse il miglior film di quel diavolo d’uomo, vera bestia del cinema che non sarà mai un adattatore e che sa costruire soltanto dopo aver demolito, nel disprezzo della più elementare verosimiglianza e per il gusto dell’effetto…»
Francis Lacassin, in «l’Avant-Scène du Cinéma», n. 29, 15/9/1963