POKOLENIE POBEDITELEJ

Vera Stroeva

Scen.: Serafima Rošal’, Vera Stroeva. F.: Leonid Kosmatov. Scgf.: Iosif Špinel’ Aleksandr Žarenov. Mus.: Nikolaj Krjukov. Int.: Boris Ščukin (Aleksandr Michajlov), Nikolaj Chmelev (Evgenij Svetlov), Ksenija Tarasova (Sofija Morozova), Vera Mareckaja (Varvara Postnikova), Nikolaj Plotnikov (Stepan Klimov), Vladimir Kandelaki (Niko Goceridze), Marija Sinel’nikova (Roza Štejn). Prod.: Mosfil’m. 35mm. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il film si apre con alcuni studenti che contestano un professore all’università di San Pietroburgo nel 1896 e si chiude con la rivoluzione del 1905: è la storia di una generazione, dalle prime riunioni clandestine alla rivolta armata di un quartiere operaio di Mosca. Stroeva, “solida cineasta sovietica”, come scrive Georges Sadoul, tenuta nel 1936 ad adottare un classicismo di buona lega, dispiega la sua capacità in questo affresco rivoluzionario avvincente come un romanzo d’avventura. La composizione delle inquadrature, l’uso dell’architettura e della profondità di campo è notevole, come il suo senso del contrappunto sonoro: in una delle scene finali, per un tempo prolungato, la rivoluzione non viene mostrata, è solo udita da una dei protagonisti. Rošal’ riferì che per questo film, destinato al grande pubblico, Vera Stroeva si era meritata gli elogi di Ėjzenštejn. Il film può contare anche sull’aura dei suoi interpreti, presi in prestito dai teatri moscoviti: Boris Ščukin, allievo di Evgenij Vachtangov, pilastro della troupe lasciata in eredità da quest’ultimo e interprete essenziale di Lenin, al quale anche il ruolo qui recitato allude; Nikolaj Chmelev, star del Teatro d’Arte che finirà poi per dirigere (“il più grande attore tragico d’Europa”, lo definì Lion Feuchtwanger); Ksenija Tarasova, che brillerà per trent’anni al Malyj Teatr; Vera Mareckaja, formatasi anch’essa con Vachtangov prima di una grande carriera a teatro e al cinema (Dom na Trubnoj di Boris Barnet, Ona zaščiščaet rodinu, Ella difende la patria, di Fridrich Ėrmler, Sel’skaja učitel’nica, L’educazione dei sentimenti, di Mark Donskoj); Marija Sinel’nikova, altra brillante rappresentante dello ‘stile Vachtangov’; Nikolaj Plotnikov, formatosi con Michail Čechov al Teatro d’Arte e la cui sessantennale carriera teatrale non può essere riassunta in questa sede. Quasi tutti divennero ‘artisti emeriti’ dell’Unione Sovietica, ricoperti di premi e di medaglie. Per gli spettatori russi che li conoscono è un piacere rivederli giovani, belli, divertenti, commoventi. Per gli altri sarà l’occasione per scoprire un gruppo di attori straordinari, che offrono una panoramica della grande scuola realista russa.

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz

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