POEDINOK

Vladimir Petrov

Sog.: da romanzo omonimo di Aleksandr Kuprin. Scen.: Vladimir Petrov. F.: Arkadij Kol’catyj. Scgf.: Abram Frejdin. Mus.: Aram Chačaturjan. Int.: Nikolaj Komissarov (colonnello Šulgovič), Andrei Popov (tenente Nazanskij), Jurij Puzyrëv (sottotenente Romašov), Michail Nazvanov (tenente Nikolaev), Irina Skobceva (Aleksandra Petrovna, ‘Šuročka’, sua moglie), Lidija Sucharevskaja (Raisa Peterson), Sergej Blinnikov (Lech), Nikolaj Bogoljubov (Osadčij), Vladimir Belokurov (Dic), Evgenij Evstigneev (Peterson). Prod.: Mosfilm. 35mm. D.: 102’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Poedinok è un bell’esempio di cinéma de qualité sovietico, come spesso accade con le trasposizioni di classici della letteratura. Sperimentati attori teatrali accompagnano a una giovane stella dello schermo (in questo caso Irina Skobceva, appena approdata alla fama grazie alla Desemona interpretata assieme al futuro marito Sergej Bondarčuk-Otello nel primo adattamento sovietico di Shakespeare). Vladimir Petrov (1896-1966) può essere considerato il padrino di questa tradizione. Uno dei pochi registi sovietici influenzati più dalla Prima guerra mondiale che dalla Rivoluzione, aveva scelto di mettere al centro dei suoi film gli ‘umiliati e offesi’. Petrov riuscì a infilare tutto un mondo dostoevskiano di complessi e torbide passioni non solo nella storia di Pietro il Grande nel suo film biografico del 1937-39 ma perfino nei film ‘di bambini’, sul modo in cui il Partito si prendeva cura degli orfani. Conobbe il successo internazionale con Groza (L’uragano, 1933), adattamento insieme poetico e naturalistico dell’opera teatrale di Aleksandr Ostrovskij.
Tra i classici, Petrov sapeva scegliere quelli più in sintonia con il presente. L’adattamento di Bez viny vinovatye (Colpevoli senza colpa) di Ostrovskij fu campione d’incassi nel 1945. Poedinok fu il suo ultimo successo. Il romanzo scritto da Aleksandr Kuprin all’inizio del secolo descriveva con sguardo disincantato la dura vita degli ufficiali in una guarnigione di provincia. L’adattamento di Petrov era un melodramma romantico, un genere che mancava ai russi da svariati decenni. Il pathos di Kuprin sta tutto nel suo disprezzo per il sistema militare sovietico; gli attori del film di Petrov risplendono nelle uniformi prerivoluzionarie e si concedono valzer e mazurke (e come biasimarli, visto che le musiche sono composte da Aram Chačaturjan). E poi naturalmente c’è l’amore, non un semplice triangolo ma una figura complessa con al centro una femme fatale, cosa che non potremmo mai vedere in una storia moderna. La compostezza della recitazione tipica della scuola russa lascia il posto a un esasperato melodramma. Il tutto viene messo in scena in maniera coerente e consapevole, con grande soddisfazione del pubblico di allora (senza tener conto dei critici).

Peter Bagrov

Copia proveniente da