PATHS OF GLORY

Stanley Kubrick

T. it.: Orizzonti di gloria; Sog.: dal romanzo di Humphrey Cobb; Scen.: Stanley Kubrick,
 Jim Thompson,Calder Willingham; F.: George Krause; M.: Eva Kroll; Scgf.: Ludwig Reiber; Mu.: Gerard Fried; Effetti speciali: Erwin Langer; Int.: Kirk Douglas (col. Dax), Adolphe Menjou
 (gen. Broulard), George Mcready (gen. Mireau), Ralph Meeker (cap. Paris), Wayne Morris (ten. Roget), Richard Anderson (magg. Saint-Auban), Joseph Turkel (soldato Arnaud), Timothy Carey (soldato Férol), Peter Capell (col. giudice), Susanne Christian [Christiane Susanne Harlan] (la ragazza tedesca), Bert Freed (serg. Boulanger), Emile Meyer (sacerdote), Kem Dibbs (soldato Lejeune), Jerry Hausner (soldato Meyer), Frederic Bell (soldato ferito), Harold Benedict (cap. Nichols), John Stein (cap. Rousseau); Prod.: James B. Harris per la Byrna Productions 35mm. L.: 2355 m. D.: 86’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ho visto il film con grande interesse. M’interessava la materia, la vicenda. Non credevo che un motivo così vecchio, diciamo pure così trito potesse ancora trovare sullo schermo una così appassionante e nitida raffigurazione. Mai un momento di noia. Percezione chiara, immediata dei motivi, delle intenzioni. Solo, di tanto in tanto, una specie di irritazione per qualche soluzione tecnica banale. Più che banale, elementare. Come la carrellata arretrante su Kirk Douglas nella trincea, prima dell’attacco. Come il processo ripreso quasi interamente da dietro gli imputati, a panoramiche orizzontali. Ma ricordo altri momenti in cui la trovata tecnica coincide perfet- tamente, cioè nascostamente, col momento psicologico, e allora l’effetto è sorprendente. Per esempio nella scena tra il generale Broulard e il colonnello Dax, quando quest’ultimo riferisce al primo l’ordine del generale di sparare sui propri soldati. Tutta la scena avviene in campo ravvicinato: ma alla fine, quando ormai il generale di Stato maggiore sta per andarsene, è sulla porta, l’ha già aperta per uscire, ecco che il colonnello tira fuori il suo asso dalla manica, ed è un campo lunghissimo, probabilmente ripreso con l’obiettivo 18. Michelangelo Antonioni, Bianco e nero, aprile 1958

Copia proveniente da

Restaurato nel 2005 a partire da un negativo camera originale e dalla copia personale del regista