Ojo Okichi

Tatsunosuke Takashima

T. int.: Dame Okichi Sog., Scen.: Matsutaro Kawaguchi. F.: Kichishiro Uchizumi. Su.: Itsuki Morita, Shigenobu Suzuki. Int.: Isuzu Yamada (Ojo Okichi), Yoko Umemura (Otsune), Komako Hara (Okane), Shinpachiro Asaka (Ninzaburo), Shin Shibata (Yakichi), Toshio Hayashi (Hanjiro), Kasuke Koizumi (Senta), Ryunosuke Kumoi (Shohei), Tadashi Torii (Kiyoji), Shizuko Takizawa (Osaki). Prod.: Shochiku 
35mm. D.: 64′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Altra rarità per gli ammiratori di Mizoguchi, per molti anni questo film non è nemmeno stato inserito nelle sue filmografie, almeno in Occidente. La ragione è che Mizoguchi non lo diresse da solo ma in collaborazione con Tatsunosuke Takashima, che aveva lavorato alle sceneggiature di Il papavero, Maria no oyuki (Oyuki la vergine, 1935) e di un precedente film andato perduto, Aizo toge (Il passo montano dell’amore e dell’odio, 1934). Il film è l’unica regia di Takashima, che nei titoli di testa figura per primo. Non si conosce l’entità del contributo di Mizoguchi, ma secondo David Bordwell il film è tipico del grande maestro, sia nella trama, sia nello stile. L’intreccio, come nel caso di Orizuru Osen (Osen delle cicogne di carta, 1935), si incentra su una donna (interpretata da Isuzu Yamada, diva prediletta di Mizoguchi) che, coinvolta nei loschitraffici di una banda criminale, finisce per innamorarsi di un giovane innocente. Bordwell osserva che il film presenta “anche alcune scene tipicamente mizoguchiane che indugiano su una malinconia chiaroscurale. Gran parte del film si svolge di notte, e l’atmosfera tetra ne è rafforzata. Ci sono alcuni campi lunghi notevolmente opachi e un momento in cui Okichi si volge verso la macchina da presa in una sorta di mesta sfida”. Come Il papavero, questo film fu prodotto dalla Daiichi Eigasha fondata nel 1934 da Masaichi Nagata, ex produttore degli studi Nikkatsu di Kyoto, con personale composto da ex dipendenti della Nikkatsu. La Daiichi aveva noleggiato i teatri di posa dalla società indipendente di Chiezo Kataoka, divo dei film in costume, ma divenne di fatto un’affiliata della Shochiku, che distribuiva e finanziava le sue produzioni e la usò per farsi strada nel mercato tradizionale della Nikkatsu. Nei suoi due soli anni di attività la Daiichi produsse alcuni dei primi fondamentali film sonori di Mizoguchi come i due capolavori gemelli Naniwa ereji (Elegia di Osaka) e Gion no kyodai (Le sorelle di Gion), entrambi del 1936, che segnarono la transizione del regista dallo stile relativamente romantico ed essenziale del muto alla descrizione realistica delle esperienze della donna moderna giapponese. 

Alexander Jacoby e Johan Nordström

 

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