MY SISTER EILEEN

Richard Quine

Tit. it.: “Mia sorella Evelina”; Scen.:Blake Edwards, Richard Quine, dal testo teatrale di Joseph Fields, Jerome Chodorov tratto da storie di Ruth McKinney; F.: Charles Lawton, Jr.; M.: Charles Nelson; Scgf.: Walter Holscher; Canzoni: Jule Styne, Leo Robin; Coreografie: Bob Fosse; Int.: Janet Leigh (Eileen Sherwood), Betty Garrett (Ruth Sherwood), Jack Lemmon (Bob Baker), Kurt Kasznar (Appopolous), Bob Fosse (Frank Lippencott), Tommy Rall (Chick Clark), Horace McMahon (Lonigan), Dick York; Prod.: Fred Kohler per Columbia 35mm. D.: 108’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Poiché il negativo colore originale Eastman era decaduto, il laboratorio ha usato un “fade process” per ristabilire il colore il più vicino possibile all’originale. Il suono è stato restaurato a partire dall’originale magnetico 4 piste stereo LCRS. Restauro dell’immagine: Cineric, Inc., NY; Restauro del suono: Chace Productions, Burbank

Per My Sister Eileen, Quine si avvalse del contributo del ventottenne Bob Fosse, che firmò le buffe coreografie piene di inventiva, le prime da lui realizzate per il cinema. Ciò che più stupisce, rivedendo il film, è l’attenzione riservata da Quine a quelle trappole sulle quali sono cascate tante commedie musicali: i passaggi impercettibili, naturali, dalla parola al canto, dal passeggio al ballo, la grazia con la quale inserisce le convenzioni della commedia musicale in una New York contemporanea distanziata con i mezzi dell’umorismo. Colpisce anche l’abilità con la quale egli gioca col conflitto tra lo schermo panoramico del CinemaScope e gli spazi esigui nei quali inserisce l’azione, ad esempio l’umido sottosuolo illuminato solo dal passaggio di una metropolitana. Musical intimista, se mai ce ne furono, My Sister Eileen rinnova coraggiosamente il genere nel momento in cui esso sta scomparendo. Il film è anche la prima occasione per Quine di dirigere ufficialmente Jack Lemmon, qui in una delle sue rare performance canore.
Jean-Pierre Berthomé, in “Positif”, 347, 1990

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