MURDERS IN THE RUE MORGUE
T. it.: Dottor Miracolo; Sog.: Robert Florey dal racconto di Edgar Allan Poe; Scen.: Tom Reed, Dale Van Every, Robert Florey (non accreditato); Dial.: John Huston; F.: Karl Freund; Mo.: Milton Carruth, Maurice Pivar (supervisione); Scgf.: Charles D. Hall; Int.: Sidney Fox (Camille L’Espanaye), Bela Lugosi (Dottor Mirakle), Leon Waycoff [Ames] (Pierre Dupin), Bert Roach (Paul), Brandon Hurst (prefetto di polizia), Noble Johnson (Janos), D’Arcy Corrigan (addetto alla morgue), Betsy Ross Clarke (Madame L’Espanaye), Arlene Francis (prostituta); Prod.: Carl Laemmle Jr., E. M. Asher per Universal; Pri. pro.: 21 febbraio 1932. 35mm. L.: 1655 m. D.: 62’. Bn.
Scheda Film
Il fatto che Murders in the Rue Morgue alla fine sia stato ambientato a Parigi intorno al 1845 derivava in parte dalla familiarità [di Robert Florey] con quell’epoca, dato che era stato assistente di King Vidor nella sontuosa produzione della MGM La Bohème (1926). “Sapendo che i costumi indossati dalle star, dagli attori secondari e dalle comparse erano conservati alla Western Costume Company, adattai il racconto di Poe ambientandolo nella stessa epoca, così l’unica spesa per la Universal fu il costo del noleggio” disse Florey. Probabilmente il regista seppe che quell’ambientazione era stata approvata, e quando gli fu reintegrata parte del budget ritornò al progetto. Ma qual’era il progetto? Secondo “Variety”, la sceneggiatura era opera di “un gruppo di scrittori” e per tutta l’estate aveva fatto il giro delle varie fazioni dello studio prima di essere finalmente pronta. A quel punto il copione aderiva alla strategia drammatica e a molti congegni narrativi di Frankenstein, così come un anno dopo The Mummy avrebbe attinto a diversi aspetti della trama di Dracula. In Rue Morgue c’era il dottor Mirakle al posto del dottor Frankenstein, un gorilla al posto di un mostro, l’assistente “Black One” al posto di Fritz e un inseguimento sui tetti invece che sulle montagne. […] Gli sceneggiatori di Murders in the Rue Morgue, e di certo il suo regista, conoscevano Das Cabinet des Dr. Caligari (1919) – il film muto tedesco fu proiettato negli studios nel giugno 1931 – e si direbbe che vi abbiano attinto alcune situazioni ed elementi della trama: l’esibizione del gorilla durante i festeggiamenti del carnevale, il disprezzo della vita umana manifestato dal dottore, l’irruzione della creatura nella camera da letto della ragazza. Ancora maggiore fu l’influenza esercitata dall’illuminazione e dai set espressionisti. Il film riflette inoltre la maestria del direttore della fotografia Karl Freund, evidente nella luce morbida a basso contrasto, nei movimenti di macchina e nelle immagini brumose ed evocative.
Arthur Lenning, The Immortal Count: The Life and Films of Bela Lugosi, University of Kentucky, Lexington 2003