MUNA MOTO

Jean-Pierre Dikongué-Pipa

Scen.: Jean-Pierre Dikongué-Pipa. F.: Jean-Pierre Dezalay, Jean-Luc Léon. M.: Andrée Davanture, Dominique Saint-Cyr, Jules Takam. Mus.: A. Gastyl, Georges Anderson.Int.: Philippe Abia (M’bongo), Arlette Din Bell (N’domé), David Endéné (N’gando), Gisèle Dikongué-Pipa (la bambina), Jeanne Mvondo. Prod.: Cameroun Spectacles . DCP. D.: 89’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Muna Moto (espressione duala che significa ‘il figlio dell’altro’) è uno dei primi due lungometraggi camerunensi. […] Malgrado alcune convenzioni che appesantiscono il film in alcuni punti, Muna Moto rivela un regista di talento che probabilmente sarebbe stato capace di definire ulteriormente le problematiche politiche se la censura imposta nel paese dal regime di Ahmadou Ahdjo fosse stata meno oppressiva. Occorre infatti capire che Muna Moto non è semplicemente una requisitoria contro il sistema della dote, ma anche, e forse soprattutto, una riflessione sul potere nell’Africa nera. È evidente che attraverso l’orrendo personaggio di M’bongo, Dikongué-Pipa pone la questione della legittimità di quel potere. E anche la sterilità delle tre spose ha un carattere simbolico. Per molti versi si può dire che N’gando (e che dire di N’domé?) rappresenti la gioventù africana che aspira a un mondo migliore ma che vede il proprio futuro schiacciato dal duplice peso del passato coloniale e del presente neocoloniale. Possiamo credere a Dikongué-Pipa quando afferma di aver espresso nel suo film “solo un quinto di ciò che aveva dentro”. Tra espresso e inespresso, tra successi e difetti, Muna Moto dimostra che con il cinema l’Africa ha una testimonianza originale da offrire, ma che i suoi portavoce sono spesso imbavagliati dal potere del denaro, o dal potere tout court. Chi dirà quanti Mozart del popolo ogni anno vengono assassinati, almeno spiritualmente?

Guy Hennebelle, Muna Moto, “Écran 76”, n. 49, 15 luglio 1976

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2019 da Cineteca di Bologna e The Film Foundation’s World Cinema Project con il sostegno di George Lucas Family Foundation presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. Restaurato a partire dai negativi originali e un controtipo negativo di seconda generazione preservati, rispettivamente, presso i laboratori Éclair e LTC. A causa della presenza invasiva di muffe, il negativo camera è stato scansionato sotto liquido e, in alcune porzioni, sostituito dal controtipo negativo. Seguendo le indicazioni fornite dal regista Jean-Pierre Dikongué-Pipa, quest’ultimo elemento è stato inoltre utilizzato per i titoli di testa e di coda. Una copia d’epoca 35mm è stata utilizzata per la correzione colore. Un ringraziamento speciale alla Cinémathèque Royale de Belgique .
Questo restauro fa parte dell’African Film Heritage Project, creato da The Film Foundation, Fepaci e Unesco – in collaborazione con Cineteca di Bologna – a sostegno del restauro e della diffusione del cinema africano.