MOLTI SOGNI PER LE STRADE

Mario Camerini

Sog.: Piero Tellini. Scen.: Piero Tellini, Mario Camerini. F.: Aldo Tonti. M.: Adriana Novelli, Mario Camerini. Scgf.: Alberto Boccianti. Mus.: Nino Rota. Int.: Anna Magnani (Linda), Massimo Girotti (Paolo Bertoni), Checco Rissone (Donato), Dante Maggio (Emilio), Checco Durante (parroco), Luigi Pavese (Giulio Carocci), Giorgio Nimmo (Romoletto), Enrico Glori (ricettatore), Peppino Spadaro (commissario). Prod. Lux Film. DCP. D.: 90’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Molti sogni per le strade è del 1948, l’anno di Ladri di biciclette, e stranamente non si sono rilevate le analogie tra i due film: mentre De Sica fa rubare la bicicletta su cui Camerini l’aveva lanciato in Gli uomini, che mascalzoni…, il ‘maestro’ (come De Sica lo chiamava, facendosi rispondere ironicamente ‘de scola’) costruisce il suo film sul furto di un’automobile, che però il protagonista non subisce ma compie. Si esplicita la contraddizione di tanti soggetti cameriniani tra l’uso e la proprietà. Girotti (secondo cui Camerini avrebbe voluto al suo posto Peppino De Filippo), disoccupato, si impadronisce di un’auto nel garage custodito dall’amico, dopo una lite con la moglie (Anna Magnani) che gli rimprovera la loro condizione quando il bambino vuole un regalo che vede in vetrina […]. Girotti cerca di vendere la macchina senza parlarne con la moglie, ma lei lo vede con l’auto e sospetta un’avventura galante, per cui lo segue col bambino nel viaggio che si svolge lungo tutto il film […].
Durante il viaggio sono state percorse alcune eccezionali situazioni da commedia; soprattutto quella della festa di battesimo, cui arrivano per vendere la macchina a un uomo grosso che vi partecipa e che finisce col commuoversi alla predica del prete, tanto da volersi confessare. La situazione che rivela l’anomalia politica del film è invece quella del comizio di sinistra che la macchina cerca di attraversare, provocando una lite coi partecipanti e l’intervento di un poliziotto benevolo verso quella che interpreta come un’impazienza monarchica. Se nel film non mancano i ‘camerinismi’ (il furto stesso, Girotti che è tentato di dichiararsi alla moglie un “mascalzone”…), vi sono anche i sintomi della nuova epoca cinematografica,  dalla  parlata romaneggiante della Magnani alla cornice della voce off. […] Espediente tipicamente neorealista, la voce off vi rappresenta l’illusoria istanza dell’oggettività e della tipicizzazione.

Sergio Grmek Germani, Mario Camerini, La Nuova Italia, Firenze 1980

Copia proveniente da