ME AND MY MOTHER

Robert Frank

Scen.: Sam Shepard, Robert Frank. F.: Robert Frank. M.: Robert Frank, Helen Silverstein, Bob Easton, Lynn Ratener. Int.: Julius Orlovsky (se stesso), Joseph Chaikin (Julius Orlovsky), John Coe (psichiatra), Allen Ginsberg (se stesso), Peter Orlovsky (se stesso), Virginia Kiser (assistente sociale), Nancy Fish (se stessa), Cynthia McAdams (attrice), Roscoe Lee Browne (fotografo), Christopher Walker (regista, doppiato da Robert Frank), Gregory Corso (se stesso). Prod.: Helen Silverstein per la Two Faces Company. DCP. Bn e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I rapporti tra il MoMA e Robert Frank risalgono a oltre mezzo secolo fa. Riconoscendone l’importanza e la singolarità, Robert Frank e la sua fondazione, The Andrea Frank Trust, hanno donato al MoMA tutti i suoi materiali cinematografici, compresi gli elementi di prestampa. La collezione abbraccia l’intera carriera di Frank, dallo psicodramma Beat del 1959 Pull My Daisy a Fernando (2008), toccante ritratto di un amico artista svizzero. Il MoMA ha collaborato con Robert Frank, la sua montatrice Laura Israel e The Pace Gallery in un progetto pluriennale volto a restaurare le sue opere più significative su pellicola e in digitale. Lungi dall’essere subordinati alle sue fotografie, i film di Robert Frank hanno profondamente cambiato il suo modo di produrre immagini. Mosso da irrequietezza e passione per l’azzardo sperimentale, Frank abbandona la fotografia per la regia alla fine degli anni Cinquanta. Quando vi fa ritorno, nei primi Settanta, il suo stile si apre alla contaminazione e alla sperimentazione. Sottopone le sue fotografie a una serie di manipolazioni: graffia e dipinge direttamente sul negativo o sulla superficie dell’emulsione, usa collage e montaggi. Le fotografie iniziano ad assomigliare a sequenze cinematografiche o storyboard, con successioni di immagini a suggerire narrazioni e l’uso di testi scritti come commento. Ritratti autobiografici e familiari come Conversations in Vermont (1969) e About Me: A Musical (1971) sono antecedenti diretti di progetti intimi e personali come il libro d’artista del 1972 The Lines of My Hand. E l’apparente improvvisazione dei film porta con sé un interesse per la gratificazione immediata delle Polaroid. I film di Robert Frank includono The Sin of Jesus (1961), adattamento di un racconto di Isaak Babel’; OK End Here (1963), intimo kammerspiel con colonna sonora originale del grande compositore e musicista jazz Ornette Coleman; e Me and My Brother (1965-68), il suo primo lungometraggio, un falso documentario con Allen Ginsberg, Joseph Chalkin (fondatore dell’Open Theater), Peter Orlovsky e suo fratello schizofrenico Julius. Sono preziose testimonianze della bohéme newyorkese degli anni Cinquanta e Sessanta; teneri ritratti di amici; dolorose ricognizioni di tragedie personali, come la morte accidentale della figlia e la malattia mentale del figlio; diari di viaggio; riflessioni sulla vita dell’artista combattuto tra lavoro e famiglia.

Josh Siegel

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2020 da MoMA – The Museum of Modern Art, in collaborazione con Andrea Frank Foundation, con il contributo di Celeste Bartos Film Preservation Fund, presso il laboratorio Protection Services, a partire dai negativi originali camera e suono conservati presso MoMa, Il negativo camera originale era stato accorciato, conservandone però gli scarti. Il restauro ha usato una copia d’epoca completa come guida per il rimontaggio del film, e un negativo colonna completo per il suono