MAFIOSO
Sog.: Bruno Caruso; Scen.: Rafael Azcona, Agenore Incrocci, Marco Ferreri, Alberto Lattuada, Furio Scarpelli; F.: Armando Nannuzzi; Mo.: Nino Baragli; Scgf.: Carlo Egidi; Mu.: Piero Piccioni; Int.: Alberto Sordi (Nino Badalamenti), Norma Benguell (Marta Badalamenti), Gabriella Conti (Rosalia), Ugo Attanasio (Don Vincenzo), Cinzia Bruno (Donatella), Armando Thinè (dottor Zanchi), Katiuscia Piretti (Patrizia Badalamenti); Prod.: Tonino Cervi per Compagnia Cinematografica Cervi 35mm. D.: 103’. Bn.
Scheda Film
La mafia, il suo meccanismo, per così dire, giuridico-esecutivo hanno ispirato ad Alberto Lattuada il Mafioso: film che, anche se cinematograficamente valido (nel senso che lo si vede senza noia; come del resto tutti i film interpretati da Alberto Sordi) non lo si può considerare un contributo alla conoscenza della realtà siciliana e del triste fenomeno della mafia. Di fronte a questo film, anzi, noi che più volte ci siamo occupati della mafia, in libri ed articoli, siamo stati presi dal dubbio se il continuare a parlarne non finirà col rendere alla mafia quell’utile stesso che prima le rendeva il silenzio. Nel film di Lattuada tutto è mafia. Vien fatto di pensare che la rivoluzione dei tecnici profetizzata da James Burnham finirà con lo svolgersi sotto i segni della mafia siciliana. Mafioso è il dirigente di una grossa industria del nord (per di più, riconoscibile, un’industria che lavora in collegamento con altra grande industria europea); di mafia partecipano dogane e compagnie aeree; sicario della mafia è un “cronometrista” di quell’industria del nord. Per cui lo spettatore è portato a chiedersi non più che cosa è la mafia, ma che cosa la mafia non è.
E poiche la Sicilia è terribilmente di moda nel cinema, crediamo che questa domanda dello spettatore è destinata, nei prossimi mesi, ad investire tutta la realtà siciliana: che cosa la Sicilia non è?
Leonardo Sciascia, La Sicilia e il cinema, in Vittorio Spinazzola (a cura di) Film 1963, Feltrinelli, 1963