[MADAME FAIT DU SABOTAGE]
Prod.: Pathé 35mm [frammento]. L.: 55 m. D.: 3′ a 16 f/s. Bn.
Scheda Film
Classici opposti: donne e uomini (1)
“C’è veramente bisogno di ricordarlo? Le donne hanno sempre lavorato”, ha affermato in modo laconico la storica Michelle Perrot nel 1978. Hanno anche sempre già lavorato nel cinema. Alcune di loro sono conosciute per nome come Alice Guy e Julienne Mathieu (in veste di presentatrice in numerose Scène à Trucs), la maggior parte invece no. Risulta inaspettato quanto, in questa cinematografia, sia varia e naturale la presenza delle donne.
Operaie e artigiane nei film dal vero, danzatrici e ruoli da maschi nelle féeries, piccole ragazzine coraggiose come eroine di storie d’avventura. Nelle scene comiche le mogli picchiano i loro mariti mingherlini, orde di balie (oppure domestiche o cuoche o suffragette) si fronteggiano in scontri di piazza con truppe di poliziotti, suocere scorazzano in gare di corsa piene di slancio – indimenticabile la Course des belle-meres del 1907 – e la signora di casa diventa protagonista di film dopo film, perchè La Signora ha i suoi umori (Madame a ses vapeurs), La Signora ha le voglie (Madame a des envies), La Signora porta le coulotte (Madame porte la culotte), La Signora si vendica (Madame se venge). E a volte fanno la loro comparsa anche donne così come ce le immaginavamo dalle ristrettezze vittoriane, come figlie confinate alla “sfera domestica” borghese o come interpreti (su indicazione medica e di regia) di una ossessione maschile – l’isterica agitata dalla propria sessualità incontrollata.
Se si sottrae a tutto questo a) l’antica tradizione popolare del “mondo capovolto” (disputa per i pantaloni, donna che picchia l’uomo) e b) l’ideologia omogeneizzata – e accresciuta durante le due guerre mondiali – dei generi (di uomini maschili e donne femminili), rimane ancora molta sostanza ed anche molte cose inaspettate. In questa cinematografia, le vicende tra uomini e donne, così come quelle tra bambini e adulti, si snocciolano in maniera più gioiosa e rabbiosa, più matura e più idiota, più reale e più utopica che in tutti gli altri anni a seguire. E dallo schermo scorre una luce di proiezione che va nella direzione opposta, verso la sala degli spettatori, lasciando così che sia la società mista, che lì sedeva nel 1908, ad apparire illuminata, donne e uomini, bambini e bambine, di tutte le estrazioni sociali.
Marianne Lewinsky