Maciste All’inferno

Riccardo Freda

Sog.: Eddy H. Given [Ennio De Concini]. Scen.: Piero Pierotti, Oreste Biancoli. F.: Eddy H. Given [Ennio De Concini]. M.: Ornella Micheli. Scgf.: Andrea Crisanti. Mus.: Carlo Franci. Int.: Kirk Morris (Maciste), Hélène Chanel (Martha Hunt, Fania), Angelo Zanolli (Charley Low), Donatella Mauro (Doris), Charles Fawcett (il dottore), Vira Silenti (Marta giovane), John Francis Lane (il valletto di Marta). Prod.: Ermanno Donati, Luigi Carpentieri per Panda Cinematografica. 35mm. D.: 90′. Col.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel XVIII secolo, in un villaggio della Scozia, Martha Gunt viene condannata al rogo per stregoneria. Un secolo dopo, un’altra donna che porta lo stesso nome subisce la stessa condanna, ma Maciste scende all’inferno per venire a capo della maledizione. Freda, ormai lanciato nel gotico, più che un remake del film omonimo di Guido Brignone (1925) realizza una spericolata commistione di generi, avanzando nei territori del B-movie: la storia escogita anche un espediente per riciclare come flashback le scene dei precedenti film di Maciste realizzati dai produttori Donati e Carpentieri. “Trama delirante e film realizzato con pochissimi mezzi: eppure la mano sicura di Freda si nota eccome! Ad esempio, il montaggio alternato tra il terrore di Vira Silenti e l’assalto al castello vale il famoso bellissimo finale di Aquila nera (e non solo perché il castello sul lago di Bracciano è lo stesso). Il clima da horror contiene alcuni cliché del genere (ad esempio l’uso dello zoom nell’interno della taverna), ma è contrassegnato dal senso del peccato tipico del cinema di Freda. […] Freda fa sembrare le grotte di Castellana, dove il film è ambientato quasi per intero, come una sorta di inferno del Doré.”

Steve Della Casa, Marco Giusti, Il grande libro di Ercole. Il cinema mitologico in Italia, Edizioni Sebinae – Csc/ Cineteca Nazionale, Roma 2013

 

 

Copia proveniente da