L’UOMO MECCANICO
Scen: André Deed; Int.: André Deed, Valentina Frascaroli; Prod.: Milano Film 35mm. L.: 850 m. D.: 46’ a 16 f/s. Col.
Scheda Film
Contrariamente a quello che si è sempre pensato, L’uomo meccanico non è un film autonomo, ma è la seconda parte di un cine-romanzo. Si può così capire meglio la presenza nel racconto di certi elementi non troppo chiari. Infatti il film è circolato negli anni venti senza che venisse ricordato che era il seguito di Il documento umano. Quanto agli storici, oggi possono analizzare solo una pellicola che rappresenta appena più di un terzo del metraggio originale.
Nel 1921 André Deed ritorna a Milano per girare il seguito di Il documento umano, L’uomo artificiale, diventato L’uomo meccanico. Come per l’episodio precedente, egli ne è ad un tempo autore del soggetto e della sceneggiatura, regista e interprete, a fianco di Valentina Frascaroli. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino conserva una prima stesura della sceneggiatura, L’uomo artificiale, “Cine-Romanzo di André Deed. Seguito del Documento umano”. Il ‘Riassunto del soggetto’ è preceduto dalle ‘Note sul personaggio dell’Uomo artificiale”, chiamato anche l’uomo elettrico o l’uomo d’acciaio: “La sorprendente invenzione dell’ingegnere Dell’Ara consiste in una macchina di forma umana costruita in puro acciaio e dalla resistenza formidabile. Il meccanismo a base di elettricità agisce sotto l’influenza delle onde hertziane. L’inventore dal suo laboratorio con un giuoco di manovelle può comunicare sia vicino che lontano al suo mostro una forza terrificante, una velocità incalcolabile e se è necessario renderlo imprendibile per delle scariche elettriche che possono emanarsi dal suo corpo. Riassumendo: invenzione veramente infernale”.
Jean A. Gili