London Can Take It!

Humphrey Jennings, Harry Watt


Commento: Quentin Reynolds; F.: Jonah Jones, Henry Fowle; M.: Stewart Mcallister; Su.: Ken Cameron; Prod.: Gpo Film Unit, Per Ministry Of Information; 35mm. D.: 10’ A 24 F/S/ Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Se con Welfare of the Workers Jennings sembra ancora esitare, con London Can Take It! irrompe con forza nel bel mezzo del blitz, il bombardamento tedesco su Londra che ebbe inizio nel settembre 1940 e che nei tre mesi successivi uccise più di 13.000 persone e ne ferì circa 18.000. “Non è il pericolo delle bombe in sé a preoccupare”, Jennings scriveva alla moglie, trasferitasi con i figli in America, “ma la devastazione che si lasciano dietro: l’odore di morte e di rovine e l’ambiguità di ritrovarsi all’alba di un nuovo giorno. Gli spazi vuoti nel profilo della città. L’orrore fumante. Il mattino dopo”. Girato in breve tempo utilizzando sei troupe, si rivolgeva al pubblico USA con un obiettivo contraddittorio: da un lato, infatti, cercava di rassicurare l’America del fatto che la Gran Bretagna non era stata vinta e, dall’altro, la voleva persuadere ad abbandonare il suo isolamento e a prendere parte al conflitto. Quentin Reynolds, voce narrante e autore del commento, era il corrispondente di guerra per la rivista Americana “Collier’s Weekly”. Il film venne fatto uscire in tutta fretta nell’ottobre 1940, anche se la Gran Bretagna ne vide una versione ridotta, intitolata Britain Can Take It!.

Geoff Brown

 

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