LIBERTÉ SURVEILLÉE

Henri Aisner, Vladimír Voltchek, in collaborazione con Marie Epstein

Scen.: Colette Audry, Marie Epstein, Joseph Picek, Vladimír Voltchek. Dial.: Colette Audry, Pierre Laroche. F.: Vladimír Novotný, Gustave Raulet. Scgf.: Jacques Saulnier, Boris Moravec. Mus.: Ludvík Podést. Int.: Robert Hossein (Jean-Paul Viberti), Marina Vlady (Eva), René Lefèvre (Benoît), Paul Bisciglia (Riri), José Varela (Lapin), Jean-Pierre Laverne (Alex), Jami Blanc (Georges), Ivanka Devátá (Mila), Alena Martinovská (Devce). Prod.: Nino Costantini, Leopold Schlosberg per Le Trident, Ceskoslovensky films. 35mm. D.: 93’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Appena uscito dalla montagna, il ruscelletto / scende a singhiozzi ma ostinato, / lasciandosi alle spalle le sue rocce natie / per diventare un calmo e saggio fiume. / Il fiume sa ma non dice / quant’è dolce l’ora, / quando scende il crepuscolo di miele, / quando il battello ci porta via. / Le sponde del fiume si perdono nel buio, / nel mormorio dei nostri cuori, / il fiume sa ma non dice / come vogliamo solcare il fiume dell’amore.

Valčík cantata da Milan Směták, su musica di Ludvík Podéšt, in Liberté surveillée

“I ricordi del film sono la furia vorticosa dei corsi d’acqua sui quali passammo settimane. Praga nera e triste, le persone incantate dalla nostra presenza e felici di assaporare un po’ di libertà. E la vita nel villaggio tra le montagne che ci ha dato tanta felicità. Di Marie mi resta solo il vago ricordo di un fragile topolino. Molto, molto intelligente!”. Così Marina Vlady, intervistata per rievocare Liberté surveillée, co-produzione franco-cecoslovacca, commediola sentimental-adolescenziale in Agfacolor girata nei mitici studios Barrandov, messaggio simbolico d’amicizia tra i popoli a colpi di incontri sportivi, feste tradizionali dei monti Tatra e canzoni attorno al falò. In una Praga ancora lontana dalla Primavera, Marina Vlady impersona una studentessa ceca dal cuore puro e forma (come nella vita reale) una coppia glamour con Robert Hossein, ragazzaccio francese in fuga. Liberté surveillée è una delle prime coproduzioni con un paese dell’Est, coordinata da Nino Costantini (fido complice degli Epstein, da La Glace à trois faces a Le Tempestaire) per Le Trident, e attesta la sorprendente associazione di Marie Epstein con due intellettuali: Henri Aisner (assistente di Max Ophuls e Vsevolod Pudovkin, coinvolto nel Mouvement de la paix con la regia di Le Choix le plus simple, è anche tra i registi dell’opera collettiva L’Homme que nous aimons le plus, film offerto dal PCF a Stalin per i suoi settant’anni) e Colette Audry (possibile modello per Marie Epstein, insegnante, donna politica, sceneggiatrice, scrittrice e femminista beauvoiriana, fondatrice della collana ‘Femme’ presso le edizioni Denöel). Ci rallegra infine l’esordio sullo schermo di José Varela, prima del maggio ‘68, prima di Le Signe du lion, prima di Vent d’Est, prima del gruppo di Kalfon, Clémenti, Valérie Lagrange e Bulle Ogier.

Emilie Cauquy

Copia proveniente da

Per concessione di Les Films du Trident