LES MISÉRABLES. 3ème epoque: Cosette
Sog.: dal romanzo omonimo (1862) di Victor Hugo. Scen.: Paul Capellani. F.: Karémine Mérobian, Louis Forestier. Scgf.: Henri Ménessier, Pierre Trimbach. Int.: Henry Krauss (Jean Valjean), Henri Étiévant (l’ispettore Javert), Gabriel de Gravonne (Marius Pontmercy), Marie Ventura (Fantine), Auguste Mévisto (Thénardier), Léon Bernard (monsignor Myriel), Mistinguett (Éponine). Prod.: Société cinématographique des Auteurs et Gens de Lettres. DCP. D.: 36’. Imbibito e virato
Scheda Film
Adattamento in quattro episodi del romanzo più celebre di Victor Hugo, Les Misérables (1912) di Albert Capellani è un’opera eccezionale. Apparso nel 1862 e successivamente pubblicato a puntate su un quotidiano, il romanzo di Hugo, che è anche un’appassionata denuncia sociale, godette di un successo senza precedenti e fu molto popolare presso la classe operaia. Il vasto affresco storico e sociale offre una rappresentazione molto precisa della vita in Francia all’inizio dell’Ottocento. Attraverso il destino del galeotto Jean Valjean, Hugo analizza la natura umana e denuncia la condizione dei più poveri. L’interesse politico e popolare del testo portò a numerosi adattamenti. Già nel 1905 Capellani si ispirò a un episodio dei Misérables con la realizzazione di Le Chemineau. Quello stesso anno negli Stati Uniti Alice Guy girò On the Barricade. Les Misérables del 1912 è il primo adattamento del romanzo in forma lunga (3445 metri, corrispondenti a 2 ore e 40 minuti di film) e apre la strada alle versioni future (Henri Fescourt, 1925; Raymond Bernard 1934; Jean-Paul Le Chanois, 1958, etc). Dando un’impronta naturalista alle produzioni della Société cinématographique des auteurs et gens de lettres (SCAGL), dove è direttore artistico, Capellani ricorre soprattutto ad ambientazioni dal vero, utilizzando il teatro di posa di Vincennes solo per le ricostruzioni importanti. Le vie selciate di Parigi e l’ambientazione rurale della periferia donano al film un effetto intensamente realistico. Per avvicinarsi il più possibile alla realtà, nella costruzione delle scenografie nel teatro di posa Henri Ménessier si basò sulle ricerche documentarie del giovane Pierre Trimbach, allora aiuto operatore alla Pathé. Anche i costumi e i trucchi evidenziano l’accuratezza della ricostruzione. Questa importante produzione della SCAGL riunisce grandi star del teatro, in particolare Henry Krauss nel ruolo di Jean Valjean, ma anche Mistinguett (Éponine), che qui interpreta un ruolo molto distante da quelli per cui era nota. Alla naturalezza della loro recitazione, molto moderna, si accompagna la presenza di comparse e di attori non professionisti, soprattutto nelle scene di folla: straordinaria in questo senso la scena delle barricate, con le oltre novanta comparse che interpretano i soldati. Il film esce in quattro parti nel novembre 1912, in misura di un episodio alla settimana, ciascuno dedicato a un personaggio (Jean Valjean, Fantine, Cosette e infine Cosette et Marius). Molte prime pagine della stampa specializzata pongono in evidenza gli attori e lo stesso Victor Hugo, il cui ritratto figura su molti manifesti del film. Lo scrittore è all’epoca, insieme a Louis Pasteur, il francese più ‘popolare’. Pathé da parte sua dispiega una notevole campagna pubblicitaria, pubblicando un libretto abbondantemente illustrato nonché la lista degli interpreti. Il primo numero del “Pathé-Journal” è d’altronde interamente dedicato al film. Negli Stati Uniti, dove Les Misérables è distribuito da Eclectic, marchio americano di Pathé, le recensioni sono altrettanto entusiastiche. È soprattutto grazie al successo di questo film che Capellani potrà affermarsi nell’industria cinematografica americana un anno dopo, lasciando la Francia in guerra per proseguire la propria carriera dall’altra parte dell’Atlantico.
Manon Billaut