LE CORSO ROUGE

Maurice Tourneur, Charles Krauss

Sog.: dal romanzo omonimo di Pierre Sales. Int.: Charles Keppens (conte di St. Ermont), Henry Roussel (Montenervio), Maryse Dauvray (la contessa di St. Ermont/sua figlia Maïna), Renée Sylvaire (Léonide  Barclay). Prod.: Éclair  
35mm. L.: 703 m. D.: 34′ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel 1912, quando viene ingaggiato dalla Éclair, Maurice Tourneur ha già quindici anni di esperienza come illustratore, grafico, assistente di Auguste Rodin e di Pierre Pavis de Chavannes, direttore dei teatri parigini dell’Odéon e della Renaissance. Comincia dirigendo film per la serie degli adattamenti letterari e presto arriva a supervisionare l’intera serie. Il melodramma moderno Le Corso rouge è il suo terzo adattamento di un romanzo di Pierre Sales, dopo Mademoiselle Cent Millions e Le Puits mitoyen. Ultimo film francese di Tourneur prima della guerra, verrà distribuito solo il 2 luglio 1914, due mesi dopo che il regista ha raggiunto Émile Chautard, Ben Carré e altri a Fort Lee, dove la Éclair cerca di ricostruire il proprio studio americano devastato da un incendio. Poi la guerra arriva, la World Pictures di Lewis Selznick acquista gli studi Éclair e Tourneur diventa il regista numero uno della casa americana.
Il film narra un’avvincente storia in due tempi di inganno, tradimento e vendetta: la prima metà si svolge sulla Riviera intorno al 1890, la seconda negli stessi luoghi all’inizio degli anni Dieci. Attori dal passato teatrale interpretano i ruoli principali. Le Corso Rouge presenta diversi tratti stilistici distintivi. La prima scena si apre su un party ripreso in profondità di campo, caratteristica dei film francesi dell’epoca, ma inquadrato dall’alto. Gli specchi servono non solo a dilatare gli spazi interni, come nella scena in cui Montenervio sconvolge Léonide rivelandole che il conte è sposato, ma anche per includere nei momenti chiave personaggi fuori scena, come quando lo specchio della camera di Maïna mostra Montenervio appostato in corridoio (prima del secondo rapimento) o, più tardi, dopo che quest’ultimo è ormai sconfitto, un ampio  specchio evidenzia il vecchio sullo sfondo, un ‘eroe’ che ha ormai perso importanza. Infine, quasi anticipando una scena simile di Eldorado (Marcel L’Herbier, 1921), le riprese dal vero di un corteo – da cui il titolo del film – incorniciano e si intrecciano con le scene che mostrano la contessa che scopre la relazione del conte, il primo rapimento e il tracollo del conte.

Richard Abel

Copia proveniente da