L’ASSASSIN HABITE… AU 21

Henri-Georges Clouzot


T. it.: L’assassino abita al 21. Sc.: Stanislas-André Steeman, H.G. Clouzot, dal romanzo omonimo (1939) di S.A. Steeman. F.: Armand Thirard. Mu.: Maurice Yvain. M.: Christian Gaudin. Scgf.: André Andreyev. Su.: William Robert Sivel. Cast: Pierre Fresnay (isp. Wenceslas Wens), Suzy Delair (Mila Malou), Jean Tissier (prof. Lallah-Poor), Pierre Larquey (Colin), Noël Roquevert (dott. Linz), René Génin (Alfred), Jean Despeaux (Kid Robert), Marc Natol (Armand), Huguette Vivier (Yana), Odette Talazac (Madame Point). Prod.: Continental; 35mm. D.: 84’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

«In realtà voi non siete criminali: siete esteti del crimine.» Il complimento che Wens rivolge ai tre Durand di L’assassin habite au 21 potrebbe valere per molti dei film di Clouzot: quelli in cui, pur riprendendo i procedimenti e i pretesti del genere criminale (ammesso che di tale genere si possa dare una definizione restrittiva, almeno nel cinema francese), egli abolisce la fiction del colpevole da smascherare in termini di progressione drammatica lineare, per sostituirvi un gioco di specchi molto personale. […] Nessun cineasta annuncerà più lucidamente di così il tempo degli assassini nella piena accezione collettiva del termine, tempo in cui ogni francese medio può rivelarsi un potenziale mascalzone, in cui le categorie umanistiche lasciate in eredità dalla III Repubblica cedono il passo all’onnipotenza invadente del sospetto.

Noël Herpe, in «Positif», gen. 1996

 

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