La Maison Du Maltais

Henri Fescourt


Scen.: Henri Fescourt, Dal Romanzo Omonimo Di Jean Vignaud; Op.: Henry Stuckert, Maurice Arnou; M.: Jean-Louis Bouquet; Scgf.: Quénu; Int.: Silvio De Pedrelli (Matteo), Tina Meller (Safia), Louise Vonelly (Chevrin), André Nicolle (Vlahos), Jeanne Marnier (La Figlia Di Vlahos) Paul Franceschi (Il Vecchio Maltese), Ventura Ibanez (Belkrar), Nita Alvarez, Simone D’al-Al; Prod.: Société Des Cinéromans/Films De France; 35mm. L.: 1923 M. D.: 85’ A 20 F/S. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un pescatore tunisino si innamora perdutamente di una ballerina berbera intravista al mercato. La ragazza, spaventata dalle dicerie che corrono sul conto del pescatore, fugge a Parigi. Lui la raggiunge e diventa ricco. Ma ancora una volta il destino si frappone…

Me ne andai in Tunisia per girare La Maison du Maltais di Jean Vignaud, a Sfax, città delle olive e dei gelsomini (“Yasmina! Yasmina!”, gridano i fiorai, un garofano all’orecchio), e a Gabès dai bastioni rosa, dove gli alti datteri si specchiano in un fiumiciattolo. L’interesse de La Maison du Maltais sta nel fatto che, per rappresentare senza artifici la realtà di strada di un villaggio tunisino, feci recitare gli attori – almeno nella parte che si svolge a Sfax – nel pieno della vita quotidiana. La macchina da presa era nascosta per riprendere gli attori che, vestiti esattamente come gli abitanti, si mescolavano a essi senza essere riconosciuti. Tutte le passeggiate e la maggior parte possibile delle scene furono girate così. Da questo procedimento, che risale ai primi tempi della fotografia in movimento, i neorealisti italiani avrebbero tratto effetti sorprendenti. Forma propria ad assicurare ai film la durata nel tempo, a soddisfare la curiosità futura. […]

Henri Fescourt, La Foi et les montagnes, Paris 1959

Copia proveniente da