LA LEGGENDA DI SANTA BARBARA

F.: Giulio Rufini. In.: Lyda Borelli (Santa Barbara). P.: Cines, Roma (per conto del Ministero della Guerra). D. 10’. 35mm.

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T. it.: Italian title. T. int.: International title. T. alt.: Alternative title. Sog.: Story. Scen.: Screenplay. F.: Cinematography. M.: Editing. Scgf.: Set Design. Mus.: Music. Int.: Cast. Prod.: Production Company. L.: Length. D.: Running Time. f/s: Frames per second. Bn.: Black e White. Col.: Color. Da: Print source

Film Notes

Verso la fine del 1917, il Ministero della Guerra, nell’intento di esaltare attraverso il cinematografo lo sforzo bellico sostenuto dal fronte interno, commissionò alla Cines la realizzazione di un documentario a lungometraggio intitolato L’altro esercito e diviso in due parti: Le armi, ove veniva illustrata la lavorazione della ghisa e del ferro, come erano le fabbriche d’un tempo e quelle attuali, la costruzione dei cannoni, delle bombarde, delle bombe, dei fucili, delle mitragliatrici, dei fili per reticolati e degli esplosivi, e Le munizioni, che era dedicato a diffondere la conoscenza delle scuole operaie per i ragazzi, le donne e gli inabili alle fatiche di guerra, la fabbricazione dei proiettili di piccolo, medio e grosso calibro, delle automobili da carico, di quelle blindate e d’assalto (i cosiddetti tanks), dei siluri, ecc. Tra l’una e l’altra parte, la Cines, “con il gentile intervento artistico della somma attrice italiana Lyda Borelli”, inserì un ispirato intermezzo ove, in poche scene, è narrato il sacrificio di una martire cristiana del IV secolo, Barbara, la quale, provocando un’esplosione di cui sarà vittima, riuscirà a fermare l’avanzata dei barbari, diventando poi la santa protettrice delle armi e delle munizioni. Pur nella sua brevità, un saggio della grazia e della compostezza recitativa della Borelli.

(Vittorio Martinelli)

 

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