LA GERUSALEMME LIBERATA
Sog.: dall’omonimo poema di Torquato Tasso. Scen.: Enrico Guazzoni. F.: Alfredo Lenci. Int.: Amleto Novelli (Tancredi), Edy Darclea (Armida),Olga Benetti (Clorinda), Elena Sangro (Erminia), Beppo Corradi (Rinaldo), Aristide Garbini (Argante), Eduardo Monteneve (Goffredo di Buglione), Rinaldo Rinaldi (Olindo). Prod.: Guazzoni-film. 35mm. L.: 1461 m. D.: 65′ a 19 f/s. Bn e col.
Scheda Film
Avete voglia di vedere un lungo film muto del 1918 che s’intitola La Gerusalemme liberata, ambientato durante la prima crociata e tratto da un classico della letteratura italiana dell’anno 1581? Probabilmente no.
Immaginando un polpettone d’epoca, inzuppato nella sua poco appetibile salsa di colonialismo razzista ho visto La Gerusalemme liberata per il solo motivo che è un film del 1918. La copia era modesta, il film una magnifica sorpresa, uno sfarzoso fantasy pieno di spettacolari scene di battaglia, donne cavaliere, armi magiche, pittoreschi giardini orientali, foreste incantate e, come la pubblicità dell’epoca annunciava, “20.000 crociati, 10.000 cavalli, un duello titanico tra Tancredi e Argante, visioni fantastiche di battaglie notturne, torri in fiamme, la gigantesca ricostruzione delle mura di Gerusalemme”. Bello quanto Aleksandr Nevskij o Ran, e molto meglio del Signore degli anelli, ho pensato. Per coloro che non sono nati a mezz’ora di treno da Ferrara, dove alcune centinaia di anni fa sono state scritte le epiche avventure dell’Orlando innamorato (Matteo Maria Boiardo), dell’Orlando furioso (Ludovico Ariosto) e della Gerusalemme liberata (Torquato Tasso), il film di Guazzoni non solo trasporta in un universo d’intrattenimento fantastico, ma illumina sulla scaturigine di numerose opere di Händel, Vivaldi e Gluck, di certi madrigali di Monteverdi, del teatro dei pupi siciliano e della grande sperimentazione teatrale di Luca Ronconi nel 1969.
Enrico Guazzoni (1876-1949), che era stato pittore prima di approdare alla Cines nel 1909, è conosciuto soprattutto per Quo vadis? (1913), ma il suo primo successo internazionale fu La Gerusalemme liberata del 1911, una prima versione purtroppo perduta, lodata per l’alto risultato artistico e spettacolare. Un sopravvissuto Guazzoni del 1911, La sposa del Nilo, mostra l’abilità del regista nell’orchestrare le scene di massa, l’attenzione ai costumi e alle scenografie, la ricerca estetica nella composizione dell’inquadratura e nell’uso della luce. La sua produzione non si limita ai drammi in costume; gira anche commedie (la divertente e metalinguistica Una tragedia al cinematografo, 1915) e dirige Pina Menichelli nei due film che la consacrano diva, La casa di nessuno e Alla deriva (entrambi del 1915).
Mariann Lewinsky