LA BELLE ÉQUIPE
Scen.: Julien Duvivier, Charles Spaak. F.: Marc Fossard, Jules Krüge. M.: Marthe Poncin. Scgf.: Jacques Krauss. Mus.: Julien Duvivier, Louis Poterat, Maurice Yvain. Int.: Jean Gabin (Jean), Charles Vanel (Charles), Raymond Aimos (Raymond), Charles Dorat (Jacques), Viviane Romance (Gina), Raphaël Medina (Mario), Micheline Cheirel (Huguette), Fernand Charpin (la guardia), Raymond Cordy (l’ubriaco), Charles Granval (l’albergatore). Prod.: Arys Nissotti per Ciné-Arys Productions ·DCP. D.: 104’. Bn.
Scheda Film
La Belle équipe è uno dei film emblematici non solo del realismo poetico ma anche del clima del Front Populaire (che vinse le elezioni durante le riprese), per quanto i proletari protagonisti siano indifferenti all’ideologia come lo era Julien Duvivier, che riconobbe un’immediata empatia con il soggetto di Charles Spaak e per il pessimismo e lo spirito di disillusione (tinta di misoginia) della storia. Cinque amici (interpretati, fra gli altri, da Jean Gabin e Charles Vanel, straordinari), uniti prima dalla povertà e poi da un’insperata vincita alla lotteria, abbandonano Parigi per ristrutturare un rudere sulle rive della Marna e trasformarlo in una guinguette (ristorante all’aperto). Inseguono un’utopia comunitaria che si disgregherà progressivamente fino a concludersi in tragedia per l’intrusione di una velenosa femme fatale (Viviane Romance). La prima parte del film, girata negli studi Pathé di Joinville, ha la leggerezza di una commedia popolare (con un incipit di straordinaria vivacità coreografica) che si accentua quando l’azione si trasferisce in una natura idilliaca (l’isola di Pisse-Vinaigre). Ma l’utopia di fraternità dei cinque amici è troppo fragile per resistere ad un crescendo accuratamente dosato di defezioni, sventure, incidenti che via via riducono il gruppo a due (Gabin e Vanel) e proprio durante la festa d’inaugurazione accade l’irreparabile.
Duvivier e Spaak riuscirono a persuadere il produttore Arys Nissotti a varare un film così amaro soltanto grazie all’appoggio di Gabin (al suo quarto film con Duvivier) ma dopo l’insuccesso commerciale dei primi giorni di proiezioni, Nissotti convinse Duvivier a girare alcune nuove sequenze e a rimontare l’ultima parte in modo da trasformarla in un lieto fine. Questo divenne definitivo dopo che il pubblico lo scelse in un sondaggio. Fino al 1960 La Belle équipe fu quindi distribuito in Francia con un finale ottimista (Duvivier e Spaak: “la stupidità di questa versione dove le immagini finali smentiscono tutto il resto del film”). Nel 1966 gli autori riacquistarono i diritti ma non si trovava più la copia originale. Poco prima di morire nel 1967, Duvivier, grazie alla Cinémathèque française, reperì una copia svizzera sottotitolata in tedesco la cui ultima bobina fu sostituita a quella imposta dal produttore. La versione edulcorata intanto era stata diffusa anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti mentre in Italia e in Germania il film era uscito nella versione originaria. Proprio grazie alla scoperta da parte dello storico Lenny Borger di un controtipo nitrato conservato dalla Cineteca Nazionale, è stato possibile effettuare il restauro della versione voluta dagli autori.
Roberto Chiesi
Restaurato nel 2015 da Pathé a partire dal negativo camera nitrato e dal negativo colonna ottico di Christian Duvivier/Pathé, da un interpositivo nitrato e da un controtipo nitrato di CSC – Cineteteca Nazionale di Roma. Restauro in 4K eseguito presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.