JOURNEY INTO LIGHT
T. alt.: Skid Row. Sog.: Anson Bond. Scen.: Stephanie Nordli, Irving Shulman. F.: Elwood Bredell. M.: Terry O. Morse. Scgf.: Charles D. Hall. Mus.: Emil Newman, Paul Dunlap. Int.: Sterling Hayden (reverendo John Burrows), Viveca Lindfors (Christine Thorssen), Thomas Mitchell (Gandy), Ludwig Donath (‘Doc’ Thorssen), H.B. Warner (Wiz the Wino), Jane Darwell (Mack), John Berkes (Racky), Peggy Webber (Jane Burrows). Prod.: Joseph Bernhard per Bernhard Productions, Inc.. 35mm. D.: 87’. Bn.
Scheda Film
Nel suo libro Wanderer, Hayden si riferisce a Skid Row (uscito poi con un titolo più edificante) usando l’espressione “film di merda”, ma quando iniziò a girare questa pellicola indipendente, a metà marzo del 1951, era ben contento di lavorare. Da più di un anno non riceveva offerte e aveva gravi problemi personali, sia in famiglia (con un divorzio incombente) sia con i cacciatori di streghe di Washington. Si trovava nello spaccio degli studios dove si svolgevano le riprese, a Hollywood, quando uno sceriffo federale gli consegnò un mandato di comparizione che gli ingiungeva di recarsi a Washington per rendere testimonianza sulle sue affiliazioni comuniste.
In Journey into Light Hayden interpreta un pastore della East Coast che scivola nell’alcolismo e diventa un vagabondo. La sua deriva esistenziale lo porta a Los Angeles tra i senzatetto e nelle celle per ubriachi, ma anche alla ‘Midnight Mission’ del predicatore di strada ‘Doc’ Thorssen e infine alla redenzione.
Quando un film cita nei titoli il celebre fotografo di scene del crimine Weegee (The Naked City) come “consulente per i bassifondi”, due sono le possibilità: o sta facendo la cosa giusta o ha un problema. In questo caso era una semplice trovata pubblicitaria. Il regista Stuart Heisler disse poi che il film “non gli era né gradito né sgradito” ma che aveva dovuto lottare con un attore non all’altezza di un ruolo così complesso (e comprensibilmente non abbastanza concentrato). Eppure il film non è un semplice oggetto bizzarro, ma una storia alla Capra raccontata da un regista privo di sentimentalismo. È anche una bella sorpresa vedere vecchi attori del muto che avevano lavorato con Chaplin e DeMille (o Ford e Capra, come Thomas Mitchell e Jane Darwell) interpretare il ruolo di vagabondi nelle strade di Los Angeles. H.B. Warner, che nel 1927 aveva interpretato Cristo in Il re dei re, qui è Wiz the Wino, l’unico ubriacone incorreggibile della missione.
Philippe Garnier