Jimmy The Gent
T. It.: Jimmy Il Gentiluomo; Sog.: Dal Romanzo «Heir Chaser» Di Laird Doyle E Ray Nazzaro; Scen.: Bertram Milhauser; F.: Ira Morgan; Mo.: Thomas Richards; Scgf.: Esdras Har- Tley; Cost.: Orry-Kelly; Mu.: Vitaphone Orchestra Diretta Da Leo F. Forbstein; Int.: James Cagney (Jimmy), Bette Davis (Joan), Allen Jenkins (Lou), Alan Dinehart (James Wallin- Gham), Alice White (Mabel), Arthur Hohl (Joe Rector/Monty Barton), Hobart Cavanaugh (L’impostore), Phillip Reed (Ronnie Gatson), Mayo Methot (Gladys Farrell), Ralf Harolde (Hendrickson), Nora Lane (Posy Barton); Prod.: Robert Lord, Hal B. Wallis, Jack L. Warner Per Warner Bros Pictures Inc.; Pri. Pro.: Marzo 1934; 35mm. D.: 67′. Bn.
Scheda Film
É fondamentalmente un film su un “bidonista” o, come sostiene Andrew Bergman, “semplicemente la grande commedia americana” in cui uno straordinario James Cagney si aggira “come un lupo affamato” in cerca di una preda. Data la sua frammentaria e sommaria conoscenza dell’inglese, probabilmente Curtiz era in grado di afferrare un decimo delle battute che Cagney pronunciava con la rapidità di un fulmine, ma questo deve aver contribuito a trasferire la comunicazione su un piano non verbale. Curtiz era infatti la persona adatta a cogliere esattamente la mimica della corruzione, così come la gestualità grafica e il brutale linguaggio corporeo della strada. L’atmosfera che riesce a creare possiede già tutti gli elementi che si ritrovano in un film come The Godfather (Il Padrino), ancor più evidenti nella descrizione dell’inesistente linea di confine tra il crimine e la disonestà da un lato e i grandi affari dall’altro, o delle barriere di classe all’interno del mondo criminale. James Cagney interpreta il ruolo di un piccolo malvivente la cui ascesa sociale è una lezione sui modi e i dettagli della meccanica della truffa, immagine speculare della società capitalista, colta nei suoi aspetti “da giungla” e nella sovranità del suo stile di vita. Eppure, benché si tratti di un soggetto cupo soprattutto per quanto riguarda il livello etico della società, il film è pieno di luce, di saggezza concreta, di energia e di invenzioni. I personaggi di ogni ceto sociale, benché ingranaggi di un meccanismo più grande di loro, possiedono comunque un proprio ritmo vivace e una vitalità quasi impossibili da immaginare successivamente al breve e fortunato periodo pre-Codice Hays in cui il film fu realizzato.
Peter von Bagh