In The Land Of The Head Hunters

Edward S. Curtis

Scen.: Edward S. Curtis (ricerche: George Hunt). F.: Edmund August Schwinke. M.: John J. Braham. Int: Stanley Hunt / Łiłalgamlilas (Motana), Margaret Wilson Frank / U’magalis (Naida), Paddy ‘Malid / Kamgidi (Kenada), Kwagwanu / Ha’etła’las / Long Harry (Sorcerer). Prod.: Seattle Film Co.
DCP. D.: 67′. Bn e Col. Imbibito

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel 1914 il fotografo americano Edward S. Curtis realizzò questo racconto epico di amore e guerra ambientato prima dell’arrivo degli europei sulla costa pacifica. Interpretato da attori non professionisti delle comunità Kwakwaka’wakw della Columbia Britannica, il film era accompagnato da una partitura orchestrale originale composta da John Braham e oggi ritenuta la più antica sopravvissuta dell’intero cinema muto americano. Successo di critica ma disastro commerciale, In the Land of the Head Hunters fu presto dimenticato.
Un gruppo di studiosi, in collaborazione con UCLA Film & Television Archive e i Kwakwaka’wakw, ha supervisionato ogni fase del restauro del film. Fino a oggi, l’unica versione disponibile era una copia reintitolata In the Land of the War Canoas, sincronizzata con una nuova colonna sonora ‘naturalistica’ e distribuita come documentario. La nuova edizione restaurata (che la Milestone Films renderà disponibile da fine 2014) presenta il titolo e le didascalie originali, ha reintegrato le parti mancanti e le imbibizioni originali, ed è accompagnata da una nuova registrazione della musica originale.
Il primo pubblico di Head Hunters, nel 1914, si trovò davanti una storia avventurosa di vita primitiva – l’equivalente northern dei western ambientati nelle grandi pianure. Il film venne pubblicizzato come “dramma di grande potenza spettacolare”, con l’intenzione di allinearsi ai più prestigiosi titoli del dramma epico italiano: una recensione dell’epoca lo definì “altrettanto avvincente e splendido” di Cabiria. Pur trattandosi di una storia chiaramente romanzata, gli aspetti etnografici del film esercitarono una rilevante influenza sulla storia del cinema documentario. Curtis mostrò personalmente Head Hunters a Robert Flaherty tra l’uno e l’altro dei suoi storici viaggi nell’Artico che fornirono i materiali a Nanuk l’eschimese (1922). Più che documentare la vita dei nativi americani nel 1914, il film testimonia un momento di incontro culturale e di collaborazione creativa tra Curtis e il cast di indiani Kwakwaka’wakw, che diedero vita a una sceneggiatura ispirata al loro passato e alla loro storia. Questo avvenne, peraltro, in un momento in cui le cerimonie del potlatch venivano messe fuori legge dal governo canadese, nell’intento di forzare i processi di integrazione. Adattando i riti tradizionali in funzione della macchina da presa di Curtis, e rifiutandosi altresì di intepretare lo stereotipo della ‘razza in via di estinzione’, i Kwakwaka’wakw offrirono un contributo autentico all’evoluzione del cinema.

Brad Evans

Copia proveniente da

Musicisti Turning Point Ensemble and The Vancouver Film Orchestra.