IN A LONELY PLACE

Nicholas Ray

T. it.: Il diritto di uccidere o Paura senza perché <Sc.: Andrew Solt, dal romanzo omonimo (1947) di Dorothy B. Hughes, adattamento di Edmund H. North. F.: Burnett Guffey. Mu.: George Antheil. M.: Viola Lawrence. Scgf.: Robert Peterson. Cost.: Jean Louis. Op.: Gert Anderson. Ass.R.: Earl Bellamy. Cast: Humphrey Bogart (Dixon Steele), Gloria Grahame (Laurel Gray), Frank Lovejoy (Brub Nicolai), Carl Benton Reid (capitano Lochner), Art Smith (Mel Lippman), Jeff Donnell (Sylvia Nicolai), Martha Stewart (Mildred Atkinson), Robert Warwick (Charlie Waterman), Morris Ankrum (Lloyd Barnes), William Ching (Ted Barton), Steven Geray (Paul), Hadda Brooks (cantante), Alice Talton (Frances Randolph), Jack Reynolds (henry Kesler), Ruth Warren (Effie), Ruth Gillette (Martha), Guy L. Beach (Mr Swan), Lewis Howard (Junior), Robert A. Davis (spazzino). Prod.: Robert Lord per Santana; 35mm. D.: 94’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nell’agosto del 1950 fu distribuito il terzo film della Santana, In a Lonely Place, che va annoverato fra i capolavori di Bogart. Anche questo fu diretto da Nicholas Ray, ma con ben maggiore impegno e sensibilità, sì da dare il dovuto spessore all’indagine sulla psicologia della violenza contenuta nel plot. In realtà, In a Lonely Place è l’unico film di Bogart che riesca ad avvicinarsi al cuore di questo problema, che per la prima volta riesce ad emerge dalle convenzioni restrittive del genere gangster. Bogart vi interpreta il ruolo di Dixon Steele, uno sceneggiatore di Hollywood, un tempo di successo ma attualmente disoccupato e in gravi difficoltà, sia a causa del disprezzo che nutre nei confronti dei valori del mondo della celluloide, sia per la cattiva reputazione che si è creato con i suoi improvvisi e pericolosi scatti di collera. […] Questo è il lato oscuro, il corrispettivo al negativo della reticenza emotiva di Sam Spade e della ostinata neutralità di Rick. Qui, nessun eroismo latente, sempre pronto a trionfare quando c’è di mezzo una brava ragazza o un situazione difficile, ma una viziosità autentica, una violenza allo stato puro. Viene da chiedersi fino a che punto il discorso sia valido anche per il Bogart uomo, visto che l’attore è sin troppo bravo nei panni di Steele e che, come disse una volta Raymond Chandler, «Bogart è sempre bravo a interpretare Bogart». […] «Ho tolto a Bogart la pistola dalle mani» disse Nick Ray a proposito di In a Lonely Place, andando così ad ingrossare le fila di scrittori e registi che pretendono di aver rivoluzionato la sua carriera. Però, è forse vero che solo lui tolse la pistola dalle mani di Bogart e gli fece fare un bel film. In ogni caso, la Warner Brothers non perse neanche un minuto e gli rimise immediatamente la pistola in mano, scritturandolo per The Enforcer.

Jonathan Coe

 

Copia proveniente da

Restaurato nel 2001 da Sony Columbia