IL BIDONE
S. e sc.: F. Fellini, Tullio Pinelli, Ennio Flaiano. F.: Otello Martelli. Scgf., c.: Dario Cecchi. Mu.: Nino Rota, dirette da Franco Ferrara. M.: Mario Serandrei, Giuseppe Vari. Dir.P.: Giuseppe Colizzi. Collaboratore artistico: Brunello Rondi. In.: Broderick Crawford (Augusto), Richard Basehart (Picasso), Giulietta Masina (Iris), Franco Fabrizi (Roberto), Lorella De Luca (Patrizia), Riccardo Garrone (Riccardo), Sue Ellen Blake (Anna), Irene Cefaro (Marisa), Alberto De Amicis (Rinaldo), Lorella De Luca (Patrizia), Giacomo Gabrielli (il barone Vargas), Riccardo Garrone (Riccardo), Xenia Valderi (Luciana), Mara Werlen (Maggie), Maria Zanoli (Stella Florina), Ettore Bevilacqua (un bidonato), Paul Grenter, Emilio Manfredi, Lucetta Muratori, Mario Passante, Sara Simoni. P.: Titanus / S.G.C. 35mm. D.: 112′ a 24 f/s.
Scheda Film
Le vicende del film andavano sviluppandosi attorno ad un altro personaggio che toccava il tema dei figli. Mi riferisco a quella ragazzina dal candido sorriso che Augusto il bidonista incontra in una giornata di sole augurale ed eccitante, e che segnerà la svolta nella sua tormentata esistenza. La ragazzina adolescente è la figlia, quasi dimenticata, relegata nel buio del suo animo, ora improvvisamente infiammato d’amore paterno. La ragazzina, mi pare quindicenne, era Lorella De Luca, alla sua prima esperienza. Carina e paffutella, pronta alla risata come al broncio, dava col suo aspetto e la sua naturalezza sufficienti garanzie a Fellini. In quanto ad una vera e propria recitazione, beh, non si poteva pretendere che se la inventasse da un’ora all’altra. Si girava la fuga dal cinema di Crawford riconosciuto da uno dei suoi bidonati e il suo arresto sotto gli occhi di Lorella. (…) L’uomo viene riconosciuto, malmenato, trascinato fuori dal ristorante ed arrestato. La figlia assiste ammutolita, spalancando i suoi occhioni increduli; ma c’è il sole e Lorella non lo regge. Inoltre deve piangere, ma non è uno scherzo per chi non è del mestiere. Prova e riprova, la ragazza non ci riesce. Fellini mi lancia un’occhiata; non è più come una volta quando dovevo imparare, ormai l’intesa è rapida automatica, il tempo proprio di un’occhiata. Mi sdraio su dei “cubi” davanti alla macchina da presa; sopra in piedi e di spalle è inquadrata Lorella che dovrebbe singhiozzare e scuotere le spalle. Ma è proprio questa la parte difficile. Tocca a me, da sotto, afferrarla alle natiche per trasmetterle gli scossoni a simulare un pianto… e a contribuire alla nascita di una stella della “Commedia all’italiana”. L’attore Crawford lì presente, in una delle rarissime occasioni in cui potevamo leggere una sua reazione umana e professionale, appariva schifato. Immagino che tale reazione derivasse da una concezione del cinema assolutamente diversa dalla nostra, di mentalità americana. Certi metodi per loro non stanno né in cielo né in terra.
Moraldo Rossi, Fellini-Rossi. Il sesto Vitellone, Recco, Le Mani, 2001