I SOGNI NEL CASSETTO

Renato Castellani

Sog.: dal romanzo omonimo di Adriana Chiaromonte. Scen.: Renato Castellani. F.: Leonida Barboni. M.: Jolanda Benvenuti. Mus.: Roman Vlad. Int.: Lea Massari (Lucia Moretti), Enrico Pagani (Mario Bonnelli), Lilla Brignone (madre di Lucia), Sergio Tofano (padre di Lucia), Carlo D’Angelo, Cosetta Greco (Lina), Paolo Tilche, Guglielmo Inglese (il professore di neurologia), Guido Celano (il medico). Prod.: Rizzoli Film, Francinex · 35mm. D.: 90’ (finale alternativo: 13’). Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Il fatto che nel 1954, alla Mostra di Venezia, il suo Shakespeare (Giulietta e Romeo) venga preferito al Camillo Boito di Visconti (Senso) marca per qualche tempo, in negativo, le sorti critiche di Castellani. Che ci riprova con i suoi giovani in I sogni nel cassetto (questa volta sono di turno una deliziosa Lea Massari e l’efficace Enrico Pagani, campioncino di pallacanestro), titolo emblematico quanto mai. È quasi un successo, tra adesione del commosso pubblico e tenerezza del plot non disgiunta da belle notazioni civili e sociali. A conclusione del decennio (1947-1957), si potrebbe sostenere che nessun altro regista ha saputo raccontare come Castellani ‘la dolce ala della giovinezza’ dell’Italia del dopoguerra, che vuole riprendere a vivere ed è spinta da un’energia vitale che sembra tuttavia progressivamente esaurirsi” (Lorenzo Pellizzari).
Due studenti universitari, lui di medicina e lei di chimica, si innamorano e si sposano contro il parere dei genitori: poi lui ottiene un posto da medico, e la coppia guarda al futuro. Ispirato alle vicende del fratello di Castellani, e girato a Pavia, è, ricorda il regista, “la prima storia nel cinema italiano che racconta di due giovani che si ribellano alle leggi della società e tagliano i ponti con la famiglia”. In un momento di crisi e di passaggio del cinema italiano, dopo il neorealismo e prima della grande stagione degli anni Sessanta, Castellani torna sui suoi amati personaggi di giovani, stavolta piccolo-borghesi, e li vede crescere e integrarsi. Ne risulta “il vero e proprio rovesciamento dell’assolato, lieto mondo primaverile che dianzi era stato suo. Lavorato con l’elegante signorilità, con l’impeccabie precisione di un maestro orafo dello schermo, questo film singolare e tristissimo insinua quasi inavvertitamente i presagi di morte nello sviluppo di un dolce, accattivante idillio” (Vittorio Spinazzola). Secondo Paolo Mereghetti, “uno dei film migliori e meno compresi” del regista.
Angelo Rizzoli, rilevato il film dal produttore Sandro Ghenzi, impose a Castellani di sostituire il finale del film con un happy ending. Castellani girò il secondo finale, ma poi Rizzoli preferì la conclusione originale. In questa occasione verrà proiettato anche il rarissimo finale alternativo, conservato alla Cineteca Nazionale.

Emiliano Morreale

Copia proveniente da