I Miserabili

Riccardo Freda

Sog.: dal romanzo omonimo di Victor Hugo. Scen.: Riccardo Freda, Mario Monicelli, Steno, Nino Novarese. F.: Rodolfo Lombardi. M.: Otello Colangeli. Scgf.: Guido Del Re. Mus.: Alessandro Cicognini. Int.: Gino Cervi (Jean Valjean), Valentina Cortese (Cosetta, Fantine), Andreina Pagnani (Suor Simplicia), Giovanni Hinrich (Aldo Nicodemi), Aldo Nicodemi (Marius), Ugo Sasso (il capo dei rivoluzionari), Marcello Mastroianni (un rivoluzionario), Gabriele Ferzetti (l’amante di Fantine). Prod.: Carlo Ponti per Lux Film 35mm. D.: 188′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Avevo letto molto il romanzo di Hugo dall’infanzia in poi e avevo un certo numero di idee che avevo proposto ai miei sceneggiatori, Novarese, Steno e Monicelli. Come ogni volta, ci siamo scambiati le nostre visioni del romanzo. Per me, adattare Hugo era abbastanza facile perché è un grande sceneggiatore: i personaggi e i dialoghi esistono e le scenografie sono descritte. Nell’insieme, sono rimasto molto fedele al romanzo, quanto meno nell’evoluzione della storia. Ma per me, Valjean doveva essere un eroe e non un personaggio gravato dal proprio passato. Lui non pone questioni metafisiche, non riflette sul senso del bene e del male, fa quello che vuole. Il mio film comincia volontariamente come un western con gli ingredienti classici: spari, arresto di Valjean e tentativo di evasione. Fino alla fine del racconto, il mio Valjean agisce come crede giusto, non cerca di redimersi. Di fronte a tutta la miseria umana descritta da Hugo, volevo un raddrizzatore di torti, come l’Aquila Nera o più tardi Casanova o Maciste.

Riccardo Freda in Eric Poindron, Riccardo Freda, un pirate à la caméra. Entretiens, Institut Lumière – Actes Sud, Arles 1994

 

I Miserabili di Freda è anzitutto un’opera dinamica in continua progressione, come una foresta di destini in marcia, tra i quali spicca la figura di un Jean Valjean che il regista ha voluto il meno possibile moralizzatrice. Questo movimento generale del film tiene in gran conto il rapporto di ciascun personaggio con il suo spazio, colto da una macchina da presa quantomai viva e dallo sguardo acuto del cineasta. Il modo in cui Jean Valjean abbraccia lo spazio della cava quando prepara l’evasione; il modo in cui Fantine guarda la piazzetta innevata dove andrà a ‘lavorare’; il modo in cui Cosette guarda e teme lo spazio degli adulti, visto da sotto il tavolo dove è solita rifugiarsi; il modo in cui Javert si vede improvvisamente separato dal mondo e da se stesso come attraverso una grata prima di andare a buttarsi nella Senna: ecco alcune domande la cui risposta, inscritta nella messinscena, alimenta il movimento incessante del racconto. Film falsamente ricco, questa versione dei Miserabili prodotta dalla Lux ha potuto contare su un budget relativamente ridotto che spesso ha stimolato l’immaginazione del regista e talvolta l’ha frenata.

Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma. Les films, Robert Laffont, Paris 1992

 

 

 

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