Gubijinso

Kenji Mizoguchi

[Il papavero] T. int. The Field Poppy. Sog.: dal romanzo omonimo di Soseki Natsume. Scen.: Haruo Takayanagi, Daisuke Ito. F.: Minoru Miki. M.: Tazuko Sakane. Scgf.: Daizaburo Nakamura. Int.: Daijiro Natsukawa (Hajime Munechika), Ichiro Tsukita (Seizo Ono), Kazuyoshi Takeda (Tetsugo Kono), Chiyoko Okura (Sayoko), Ayako Nijo (Itoko), Mitsugu Terajima (il padre di Munechika), Toichiro Negishi (Asai), Kuniko Miyake (Fujio), Yoko Umemura (la madre di Fujio), Yukichi Iwata (Kodo Inoue). Prod.: Shochiku 
5mm. D.: 73′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La tragedia del cinema prebellico giapponese è duplice. A causa della guerra, dei disastri naturali, del degrado e dell’indifferenza, circa il 90 per cento dei film realizzati prima del 1945 è andato perduto. Inoltre, molti dei film superstiti sono copie che non rendono giustizia alla qualità degli originali. Molti classici degli anni Trenta sono sopravvissuti in copie logore, graffiate e strappate, spesso stampate da controtipi negativi 16mm. Restano così solo pallide ombre di quel che furono, nonostante gli attentissimi restauri.
È perciò una gioia presentare uno dei film più rari realizzati da Mizoguchi negli anni Trenta, Il papavero, restaurato a partire dai negativi originali su supporto nitrato. Tratto da un romanzo del grande scrittore Soseki Natsume su sceneggiatura di Daisuke Ito, maestro del jidaigeki, è un sobrio melodramma che attinge alle tematiche del teatro shinpa ma ispira anche paragoni con il cinema occidentale: “Con la destrezza di Max Ophuls” scrive James Quandt, “Mizoguchi insegue il motivo romantico facendo circolare un oggetto simbolico: un orologio pensato come regalo di nozze.”
Pare che Mizoguchi fosse scontento del film. Fu assecondato in questo da alcuni critici: il recensore di “Kinema Junpo”, pur lodando il lavoro del direttore della fotografia Minoru Miki, trovò che il film mancasse di quella ricchezza che ci si attendeva dal regista. In tempi più recenti, Antonio Santos ha scritto che “l’adattamento non rinuncia all’origine romanzesca e melodrammatica del titolo”. Tadao Sato però lo considera un “tipico Mizoguchi”, e grazie alle tematiche affrontate lo scontro tra la modernità occidentalizzata di Tokyo e i valori tradizionali della regione del Kansai – Il papavero esemplifica le tensioni espresse dal cinema giapponese degli anni Trenta e più in generale presenti nella società giapponese. “La vita dell’élite occidentalizzata è ritratta con profondo realismo” scrive Sato, “e il modo in cui [Mizoguchi] descrive la sensibilità della gente comune (shomin) sarebbe oggi difficile da eguagliare”.

Alexander Jacoby e Johan Nordström

 

Copia proveniente da