Gosudarstvennyj Cˇinovnik

Ivan Pyr'ev

T. int.: The Civil Servant [L’impiegato statale]. Scen.: Vsevolod Pavlovskij. F.: Anatoli Solodkov. Scgf.: Viktor Aden. Int.: Maksim Štrauch (Apollon Fokin), Lidija Nenaševa (moglie di Fokin), Leonid Jurenev (von Mekk), Aleksandr Antonov, Ivan Bobrov, Tat’jana Baryševa, Naum Rogožin. Prod.: Mosfil’m. Pri. pro.: 13 settembre 1931 35mm. D.: 71’. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ecco un aneddoto tra i tanti che circolano su Ivan Pyr’ev. In una delle prime edizioni del Festival Internazionale del Cinema di Mosca varie opere furono giudicate troppo ‘ardite’ per la selezione ufficiale e vennero presentate fuori programma; naturalmen­te era lì che voleva farsi vedere la gente più potente e alla moda. In quella ras­segna collaterale figurava anche un film di Resnais: non importa quale, quel che conta è che era un esempio di cinéma nello stile del nouveau roman. E il nostro Ivan Aleksandrovicˇ non poteva mancare a quella proiezione. Il film iniziò; dopo un po’ la platea cominciò a brontolare per la noia. A un tratto il chiacchiericcio in sala fu lacerato da un grido. Era Pyr’ev, che si mise a urlare: “Chiudete il becco, idioti, e andate al diavolo! E tu, proiezionista, riprendi dall’inizio!” (Sì, sapeva essere schietto). Questo aneddoto serve a capi­re quanto Pyr’ev fosse ancora interessato alla sperimentazione. È da lì che veniva. L’impiegato statale ne è la dimostrazione: coraggiosamente creativo, stilisticamente eclettico, un po’ folle, spesso sorprenden­temente elegante nella sua arguzia, è un film che si colloca tra la tradizione della FEKS (Fabbrica dell’attore eccentrico) e quella del KEM (Laboratorio di cinema sperimentale), benché di sapore più po­polare rispetto alla produzione dei due gruppi della Lenfil’m. Naturalmente il film mise Pyr’ev nei guai, condannandolo all’inattività per circa tre anni. Il regista imparò la lezione: se davvero voleva farsi sentire, doveva usare un linguaggio cine­matografico comprensibile a tutti.

 

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