GOLDEN BOY

Rouben Mamoulian

Sog.: dalla pièce omonima (1937) di Clifford Odets. Scen.: Lewis Meltzer, Daniel Taradash, Sarah Y. Mason, Victor Heerman. F.: Nicholas Musuraca, Karl Freund. M.: Otto Meyer. Scgf.: Lionel Banks. Mus.: Victor Young. Int.: Barbara Stanwyck (Lorna Moon), Adolphe Menjou (Tom Moody), William Holden (Joe Bonaparte), Lee J. Cobb (signor Bonaparte), Joseph Calleia (Eddie Fuseli), Sam Levene (Siggie), Edward Brophy (Roxy Lewis), Beatrice Blinn (Anna). Prod.: William Perlberg per Columbia Pictures Corporation. 35mm. D.: 99’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Joe Bonaparte (William Holden al suo primo ruolo da protagonista), giovane impetuoso e troppo sicuro di sé nato in una famiglia di immigrati italiani a New York, ignora i desideri di suo padre, che lo vorrebbe fedele a una grigia carriera di violinista da concerto, e diventa un pugile professionista. Ma quando s’innamora della cinica Lorna Moon (Barbara Stanwyck), amante del manager Tom Moody (Adolphe Menjou), si rende conto che la forza dei pugni non basta. Come sempre accade nel mondo di Mamoulian, l’identità è frammentaria. Ci sono un uomo combattuto tra brutalità fisica  e sensibilità artistica e una donna che non sa se ama un pugile o un musicista bohémien.
Durante un breve e infelice periodo alla Columbia, Mamoulian doveva dirigere Mr. Smith va a Washington mentre a Frank Capra era stato assegnato Golden Boy. Tuttavia, per una serie di circostanze, i progetti furono scambiati. Il problema di Golden Boy era che il suo messaggio, che traeva origine da un’opera teatrale scritta dall’autore di sinistra Clifford Odets, era troppo estraneo a Mamoulian, abituato a ricavare elaborate costruzioni cinematografiche da trame più esili e meno rigorose. Mamoulian supervisionò personalmente la rielaborazione del materiale per mano di vari autori, diluendo gli slogan politici e aggiungendo umorismo e ironia.
Come film sulla boxe, Golden Boy è estremamente insolito, poiché a eccezione dell’incontro finale al Madison Square Garden (dove si può notare come la fotografia in bianco e nero di Nicholas Musuraca e Karl Freund potrebbe aver influenzato Toro scatenato), gli aspetti sportivi appaiono solo in rapide sequenze di montaggio oppure vengono relegati fuori campo. È la musica ad occupare un posto centrale e a dar vita al film, ed è la musica a riunire l’agitata famiglia di Joe, creando un senso di grazia e di calma nel salotto malandato del padre (Lee J. Cobb). Come altri film di Mamoulian, anche questo racconta un risveglio pagato a caro prezzo, così caro che la musica arriva forse troppo tardi.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus.