GLI ITALIANI SI VOLTANO (ep. di L’AMORE IN CITTÀ)
Scen.: Luigi Malerba, Aldo Buzzi, Alberto Lattuada. F.: Gianni Di Venanzo. M.: Eraldo Da Roma. Mus.: Mario Nascimbene. Int.: Mara Berni, Valeria Moriconi, Giovanna Ralli, Patrizia Ralli, Maria Pia Trepaoli, Liliana Poggiali, Patrizia Lari, Edda Evangelisti, Marisa Valente (se stesse), Marco Ferreri (l’inseguitore di Piazza di Spagna), Mario Bonotti (l’uomo nell’ultima sequenza). Prod.: Riccardo Ghione, Marco Ferreri per Faro Film. DCP. Bn
Scheda Film
Il cinema di Ferreri ha lontane origini impreviste, in uno dei giri d’anni più incerti della grande stagione del cinema italiano, nel pieno della crisi del neorealismo. Il futuro regista comincia non da autore ma da tecnico, organizzatore alternativo, in esperimenti più o meno riconducibili alle mille utopie che in quegli anni sforna, tra un mezzo espressivo e l’altro, Cesare Zavattini. Addetto alla produzione di Documento mensile, sfortunata ‘rivista filmata’ messa in piedi insieme al coetaneo Riccardo Ghione, che sarà bloccato dalla censura, nonostante Alberto Moravia, Renato Guttuso, Carlo Levi e Luchino Visconti. Una raccolta di cortometraggi fra i quali spicca il cinico episodio di Moravia, e ai quali segue un’operazione ancora più ‘zavattiniana’, L’amore in città, che in molti episodi in realtà è un paradossale smascheramento dei presupposti del neorealismo, come nell’episodio di Fellini. Ferreri appare come comparsa nell’episodio, celeberrimo, di Alberto Lattuada, che segue gli sguardi di maschi italiani che si girano vistosamente a osservare donne per strada. Una specie di ‘comica finale’, messa in scena da Lattuada tra il finto documentario e la candid camera: attrici ancheggiavano per strada e il regista, ispirandosi a un celebre servizio fotografico di Federico Patellani, raccontava gli sguardi dei maschi, che erano anche quelli dello spettatore e del regista stesso.
Emiliano Morreale