GEORGE STEVENS: D-DAY TO BERLIN

George Stevens Jr.

Scen.: George Stevens Jr. F.: George Stevens (16mm footage), Allen Moore. M.: Catherine Shields. Mus.: Carl Davis, Peter Howell. Int.: George Stevens Jr. (voce narrante), George Stevens, George S. Patton, Charles de Gaulle, Bernard L. Montgomery. Prod.: George Stevens Jr., Gail Schumann per New Liberty Productions. Pro-res.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Se le immagini ufficiali della Seconda guerra mondiale erano monocrome, parzialmente messe in scena e girate col treppiede, ciò che vediamo nel resoconto di George Stevens, filmato in un vibrante Kodachrome, è vivo, reale e senza filtro. Dopo la realizzazione di Gunga Din nel 1939, la cinepresa 16mm era divenuta parte integrante della vita di George Stevens, il suo diario visivo. Fu con questa apparecchiatura che filmò ufficiosamente alcuni fatti salienti della Seconda guerra mondiale. ‘Ufficiosamente’ perché i film furono spediti a casa come ‘lettere dal fronte’ e rimasero in soffitta per alcuni decenni, prima che il figlio di Stevens decidesse di fare un primo montaggio del materiale realizzando A Filmmaker’s Journey. Un resoconto esteso di quel capitolo della vita di Stevens è stato poi incluso in questo film per la televisione, che condivide materiali e commento con il film precedente ma vi aggiunge un’ulteriore mezz’ora di filmati inediti. È nella sala di proiezione della Columbia Pictures, dopo aver visto Il trionfo della volontà (1935), che Stevens sente la necessità di agire in prima persona. Arruolatosi, è di stanza a Londra, dove gira per registi come Frank Capra e Carol Reed. Nel 1944 gli giunge l’incarico più importante della sua vita, dal generale Eisenhower in persona: mettere insieme un’unità di cameramen dell’esercito per filmare l’invasione alleata dell’Europa. La squadra, soprannominata ‘The Stevens Irregulars’ (ne fanno parte Irwin Shaw, Joseph Biroc, William Saroyan e William Mellor, che sarà direttore della fotografia di A Place in the Sun), filma la liberazione di Parigi, l’offensiva delle Ardenne, la scoperta di una fabbrica sotterranea di V-1 a Nordhausen, la residenza bavarese di Hitler e la liberazione di Dachau. Ci sono fugaci momenti di gioia quando il 25 aprile 1945 i soldati sovietici e americani si incontrano per la prima volta a Torgau e le troupe si scambiano pareri esaminando le reciproche apparecchiature. Tuttavia, la maggior parte del materiale è, dirà il regista, come vagare tra le visioni infernali di Dante: l’orrore delle macerie, le schiere di rovine e lo shock insopportabile del campo di concentramento, che lascerà su Stevens un segno evidente.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Copia proveniente dalla George Stevens Collection depositata presso l’Academy Film Archive