GAN NO TERA

Yuzo Kawashima

Sog.: dal romanzo omonimo (1961) di Tsutomu Mizukami. Scen.: Kazuo Funahashi, Yuzo Kawashima. F.: Hiroshi Murai. M.: Mitsuzo Miyata. Scgf.: Yoshinobu Nishioka. Mus.: Sei Ikeno. Int.: Ayako Wakao (Satoko Kirihara), Masao Mishima (Jikai Kitami), Kuniichi Takami (Horinouchi Jinen/ Sutekichi), Isao Kimura (Atsumichi Uda), Ganjiro Nakamura (Nangaku Kishimoto), Kyu Sazanka (Sesshu Fujimoto), Mineko Yorozuyo (Tatsu Kirihara), Yoshiko Kamo (Masumi Fujimoto), Shoichi Ozawa (Kuniitsu Takami), Ko Nishimura (Mokudo Kida). Prod.: Daiei Studios. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

A complemento dell’omaggio dello scorso anno al regista Yuzo Kawashima (1918-1963), nel 2021 proponiamo due recenti restauri in 4K di film da lui realizzati alla Daiei verso la fine della sua carriera. Gan no Tera è un’opera insolitamente seria e severa sul complesso triangolo che s’instaura tra un prete buddista, la sua amante e il suo seguace adolescente. Nel ruolo dell’amante si segnala l’interpretazione di Ayako Wakao, che lavorò con Kawashima anche in Onna wa nido umareru (Una donna nata due volte, 1961) e Shitoyakana kemono (1962). I primi anni Sessanta coincisero con l’apice del suo talento, che si espresse in una significativa serie di personaggi femminili risoluti, soprattutto in alcuni film diretti da Yasuzo Masumura. Dal canto suo Kawashima rese omaggio al direttore della fotografia Hiroshi Murai, il quale, disse, lo aveva incoraggiato a riflettere su aspetti pittorici del cinema che fino ad allora gli erano sfuggiti. Il film è certamente uno dei più consapevolmente raffinati di Kawashima, con il rigore delle sue composizioni, i passaggi dal bianco e nero al colore e l’uso quasi espressionista di luci e ombre. Il film è tratto da un romanzo di Tsutomu Mizukami, autore che si muoveva tra generi popolari e letteratura alta facendosi apprezzare sia per i polizieschi che per la narrativa naturalistica. Anche la sua carriera aveva raggiunto il suo punto massimo nei primi anni Sessanta, quando Gan no Tera fu pubblicato e adattato per il cinema; più o meno nello stesso periodo i suoi romanzi ispirarono vari altri film, come Echizen take ningyo (Bambola di bambù di Echizen, 1963, di Kozaburo Yoshimura) e Kiga kaikyo (Lo stretto della fame, 1965, di Tomu Uchida). In gioventù Mizukami si era formato al sacerdozio buddista nel tempio di Kyoto, che aveva poi abbandonato per protesta contro quella che considerava la corruzione del monaco capo. Come scrive Dennis Washburn, la storia narrata in Gan no Tera “attinge a piene mani dalle esperienze giovanili di Mizukami per offrire al lettore una chiara idea della vita in un piccolo tempio zen”. Kawashima si lamentò delle recensioni negative che accolsero il film, anche se in realtà il critico di “Kinema Junpo” ne lodò la capacità di trasporre l’erotismo del romanzo e le esperienze del tormentato novizio.

Alexander Jacoby e Johan Nordström

 

Leggi l’approfondimento su Yuzo Kawashima su Cinefilia Ritrovata

 

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2017 da Kadokawa Corporation presso i laboratori Cineric e Audio Mechanics. Un ringraziamento speciale a Masahiro Miyajima per la consulenza