Gabriel Over The White House

Gregory La Cava

Sog.: dalla novella Rinehard di T.F. Tweed. Scen.: Carey Wilson, Bertram Bloch. F.: Bert Glennon. Mo.: Basil Wrangell. Mu.: William Axt. Su.: Douglas Shearer, Charles E. Wallace. Int.: Walter Huston (Judson Hammond), Karen Morley (Pendola Molloy), Franchot Tone (Hartley Beekman), Arthur Byron (Jasper Brooks), Dickie Moore (Jimmy Vetter), C. Henry Gordon (Nick Diamond), David Landau (John Bronson), Samuel S. Hinds (Dr. H.L. Eastman), William Paxley (Borell), Jean Parker (Alice Bronson), Claire Du Brey (infermiera di Jimmy). Prod.: Cosmopolitan Productions, Metro-Goldwyn-Mayer. Pri. pro.: 31 marzo 1933  DCP. D.: 86’. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Viene eletto un Presidente degli Stati Uniti particolarmente stupido, così stupido da non sapere nemmeno dove si trovi il Siam (vi ricorda qualcuno?). Ma l’America è alle prese con la Grande Depressione e Dio manda l’arcangelo Gabriele a ispirare al Presidente le scelte politiche ‘giuste’, come quella di trasformare il paese in una specie di dittatura e umiliare violentemente gli alleati europei e asiatici, ovviamente presentati come deboli, inutili e ridicoli. Ma un istante prima della firma del trattato che trasformerebbe di fatto gli Stati Uniti in una nazione imperialista e dominatrice (ma guarda un po’), l’arcangelo se ne va e il Presidente capisce di avere esagerato. Solo che tra lui e la restaurazione della democrazia e del multilateralismo c’è la sua segretaria (che è anche la sua amante: vi suona familiare?)…

Potrebbe essere questa la trama di Gabriel Over the White House. Potrebbe. Ma di quale dei due? Ci sono due Gabriel molto diversi, uno per il mercato americano e uno per quello europeo, e le tante differenze sono indicative del clima politico dell’epoca (o di quello che ne pensava W.R. Hearst) e delle limitazioni imposte dal Codice Hays. La proiezione dell’intero film in un’unica versione sarà accompagnata da un montaggio che metterà in luce alcune delle principali differenze introdotte nella trama, differenze che non erano chiare prima di effettuare un attento raffronto tra le due versioni ‘originali’ conservate dalla Cinémathèque Royale de Belgique.

“Il film, che nelle intenzioni di William Randolph Hearst doveva essere un omaggio al neoeletto Franklin Delano Roosevelt, reclamava l’instaurazione di una benevola dittatura per risolvere la crisi economica che stava affliggendo l’America. Quando Hays vide il film rimase interdetto. […] L’indomani ordinò che fosse rimandato alla produzione e riorientato politicamente. Il rifacimento costò ben trentamila dollari, ma Gabriel Over the White House arrivò al pubblico americano conservando per lo più intatto il messaggio originale” (Gregory D. Black, in Film History, vol. 3, 1989).

Nicola Mazzanti

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