Employees’ Entrance

Roy Del Ruth

T. It.: Guerra Bianca; Sog.: David Boehm; Scen.: Robert Presnell Sr.; F.: Barney Mcglll; Mo.: James Glbbon; Scgf.: Robert M. Haas; Co.: Orry-Kelly; Mu.: Leo F. Forbstein; Int.: Warren William (Kurt Anderson), Loretta Young (Madeleine Walters West), Wallace Ford (Martin West), Alice White (Polly Dale), Hale Hamilton (Commodoro Franklin Monroe), Albert Gran (Denton Ross), Marjorie Gateson (Sig.Ra Lee Hickox), Ruth Donnelly (Sig.Na Hall), Frank Reicher (Garfinkle), Charles Sellon (Arnold Higgins); Prod.: First National Pictures; Pri. Pro.: New York, 11 Febbraio 1933; 35mm. D.: 75′. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In Employees’ Entrance Warren William ci offre un ritratto piuttosto efficace del tirannico direttore di un importante grande magazzino. In questa storia non si trascurano gli amori e benché il Signor William nei panni di Kurt Anderson, dalle intenzioni sempre rigoro­samente disoneste quando si tratta di avere a che fare con una bella ragazza, se la cavi bene in queste scene, dà il meglio di sé in quel­le in cui dimostra la propria crudeltà di direttore tanto negli affari quanto nei rapporti con i dipendenti. Si tratta decisamente di una storia di finzione, ma di quelle che riescono a catturare l’attenzione dello spettatore, nonostante alcuni tocchi melodrammatici. Ander­son domina il consiglio d’amministrazione e si fa beffe del presiden­te, che ha un debole per gli yacht e le celebrità, soprattutto quando deve accoglierle a New York. Anderson dà un ultimatum agli ammi­nistratori, chiedendo che il suo stipendio venga raddoppiato e che la sua autorità non possa essere messa in discussione da nessuno. Benché uno o due membri, tra cui il presidente e un suo parente di nome Ross, siano contrari a “sottomettersi” ad Anderson, il consiglio di amministrazione decide di concedergli ciò che vuole. Anderson è un lavoratore instancabile e si aspetta che tutti, nel suo negozio, siano pronti a scattare. Chi è lento lo esaspera e di solito l’ostinazio­ne sfocia in un licenziamento. Negli affari non bada ai sentimenti, ma per una volta si concede una relazione con una bella ragazza. E si serve di una bionda provocante per impedire a Ross di interferire negli affari, raddoppiandole lo stipendio per portare avanti la tresca. Il primo incontro fra Madeline, interpretata da Loretta Young, e Anderson magari non sarà proprio credibile, ma serve a presentarci subito la ragazza. Come in molti altri film, anche qui si tratta di infa­tuazione al primo sguardo. Anderson approfitta del proprio potere per raddoppiare stipendi, per dare un anno di paga a un dipenden­te che licenzia, per promuovere commessi e così via. La sua mente è sinistra e non esita affatto a tramare per separare due giovani, perché secondo lui il matrimonio ostacola il suo assistente e perché è interessato alla moglie di quest’ultimo, che guarda caso è proprio l’affascinante Madeline. Anderson non ha paura di niente e forse per questo motivo riscuote una certa simpatia nelle sue discussioni con il consiglio di amministrazione. D’altra parte un grossista astuto, i cui affari sono rovinati perché l’irremovibile Anderson si rifiuta di conce­dergli qualche giorno di proroga, alla fine gli rende quel che merita. A volte il Signor William esagera un po’ nella sua parte, ma sicura­mente assicura al personaggio una caratterizzazione ben definita e nel complesso interessante. La Signorina Young è accattivante nel ruolo di Madeline e Wallace Ford è convincente nella parte del mari­to. Lo scomparso Albert Gran è magistrale nella sua interpretazione di Ross, mentre Alice White è davvero spassosa nel ruolo della bion­da provocante. Altri che contribuiscono al valore di questo film pia­cevole sono Ruth Donnelly, Marjorie Gateson e Hale Hamilton.

M.H., “The New York Times”, 21 gennaio 1933

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