DORA NELSON
Sog.: dal film omonimo di René Guissart, basato sulla commedia di Louis Verneuil. Scen.: Mario Soldati, Luigi Zampa. F.: Anchise Brizzi. M.: Giovanna Del Bosco. Scgf.: Pino Viola. Mus.: Felice Montagnini. Int.: Assia Noris (Dora Nelson/Pierina Costa), Carlo Ninchi (ing. Giovanni Ferrari), Miretta Mauri (Renata Ferrari), Luigi Cimara (Alberto), Carlo Campanini (Emilio), Nino Crisman (‘principe’), Massimo Girotti (Enrico Cabardo), Evelina Paoli (sorella di Giovanni), Fernando Bruno (Gigetto), Laura Moschini (Gina). Prod.: Urbe Film-I.C.I.. 35mm. D.: 79’. Bn.
Scheda Film
“Avevo lavorato nel cinema per diversi anni senza mai credervi e restando sempre contrariato. Il mio primo film, Due milioni per un sorriso, non era completamente mio, avevo dovuto condividere la regia con un’altra persona. Con Dora Nelson ho provato infine il piacere di recuperare un’altra autorità, di fare un vero film, di costruire l’architettura del suo racconto. Alla fine mi sono sentito libero di divertirmi come meglio credevo. Ecco perché ogni cosa è filata via liscia”. L’esordio di Soldati nella regia da solo è il libero remake di una commedia francese omonima (di René Guissart, 1935) e uno dei vertici della commedia italiana degli anni Trenta. Soldati si rivela qui formidabile allievo di Mario Camerini, del quale aveva scritto alcuni dei film più significativi negli anni precedenti.
Questo e la precedente co-regia Due milioni per un sorriso costituiscono così la fase del modernismo di Soldati, ancora di impronta americana e urbana, popolato di treni, auto, vetrine. Ma la modernità di Soldati è per così dire sottovuoto, favolizzata e sottoposta a un’ironica autocritica attraverso i suoi simboli. Il cinema del primissimo Soldati, più che metropolitano, è decisamente Cinecittà-centrico. Dora Nelson è un raffinato gioco sul cinema, che riprende le ironiche notazioni sul set contenute nel reportage 24 ore in uno studio cinematografico, pubblicato da Soldati sotto pseudonimo nel 1935. Assia Noris si sdoppia nel ruolo di una capricciosa diva del cinema e della timida operaia Pierina, che viene scelta per sostituirla, mentre compaiono nei primi ruoli di rilievo Massimo Girotti e il comico Carlo Campanini. Uno spunto classico, quello del sosia, si intreccia poi col tema ‘alla Mattia Pascal’ del finto morto, e soprattutto si arricchisce di mille notazioni sul mondo dei tecnici e dei lavoratori del cinema, guardando il quale si capisce cosa dovesse affascinare in Soldati di quel ‘fuori campo’ a cui dedicherà in seguito buona parte della propria opera narrativa.