DÖDSKYSSEN
Scen.: Sam Ask, Victor Sjöström; F.: Julius Jaenzon; Int.: Victor Sjöström (Weyler, Lebel), Albin Lavén (Dott. Monro), Mathias Taube (Dott. Adell), Jenny Tschernichin-Larsson (Anna); Prod: Svenska Biografteatern; 35mm. L. or.: 1185 m. L.: 619 m. Bn. D.: 32’ a 17 f/s.
Scheda Film
Il successo di Terje Vigen di Sjöström (1917), tratto dal poema di Ibsen, spinse la Svenska Bio a cambiare la sua strategia di produzione, riducendo in modo radicale il numero di pellicole realizzate e concentrando il proprio lavoro su prestigiosi adattamenti di famose opere letterarie, come Berg-Ejvind och hans hustru di Sjöström e i suoi altri adattamenti di opere di Selma Lagerlöf. Ma già prima del film da Ibsen, il nome di Victor Sjöström era affermato; in realtà, è stato piuttosto Dödskyssen a renderlo famoso in Francia, dove il film venne apprezzato da Louis Delluc e, più tardi, da Georges Sadoul. Sjöström non era solo regista e co-autore della sceneggiatura, ma recitava anche entrambi i ruoli principali: due ingegneri, uno dei quali si ammala misteriosamente cercando di rispettare la consegna di un progetto e viene sostituito dal secondo. Certamente, la complessità del film deriva dall’interscambiabilità delle sembianze dei due protagonisti. Il film si apre con l’esito del misfatto, e la struttura narrativa si sviluppa poi a ritroso attraverso flashback. Tre differenti testimoni ci offrono altrettanti punti di vista sulle diverse parti della vicenda, così come accadrà in Rashomon trentacinque anni più tardi. Come in molti altri film di Sjöström a partire dagli anni ’10, si può notare una particolare insistenza sulla profondità di campo, e sui movimenti dei protagonisti dallo sfondo al primo piano. A causa dell’oscurità degli interni, a volte sembra quasi che i personaggi emergano dalla scura celluloide. Il film non presenta solo una struttura narrativa particolarmente articolata, ma anche effetti fotografici altrettanto elaborati, creati dal direttore della fotografia Julius Jaenzon. La tecnica di sovrimpressione è eseguita magistralmente, soprattutto nella scena mozzafiato in cui entrambi i personaggi interpretati da Sjöström si trovano davanti a uno specchio, quadruplicando quindi l’immagine del regista davanti alla cinepresa.
Jon Wengström
Un ampio frammento di “Dödskyssen” con didascalie in francese è stato conservato alla Cinémathèque Française col titolo di “L’Etrange aventure de l’ingénieur Lebel”. Nel 2002, dalla copia del negativo francese è stata realizzata una stampa in cui sono state inserite didascalie in svedese e, per sostituire le parti mancanti, fotogrammi depositati al copyright e delle immagini fisse ricavate da lastre di vetro